17 giugno 1970. Italia Germania 4 a 3. Ci hanno fatto libri, film, canzoni. Ne hanno parlato in tutte le maniere, ovunque.
Ecco, parlato, perché ormai sono sempre meno quelli che in diretta, in piena notte, hanno vissuto quel calcio in biancoenero e sono sempre più quelli che semplicemente ne hanno sentito parlare in maniera epica, magari recuperando in digitale gli spezzoni più importanti.
Un calcio di un altro secolo, calciatori di un altro secolo, italiani di un altro secolo.
Fu una partita sostanzialmente lenta, per il caldo, l’altura ma anche per un’altra tipologia di gioco.
Era un’era in cui contava la fantasia più che velocità, e la forza era quella che aveva sostanzialmente assegnato la natura, non i programmi di potenziamento.
Un calcio raccontato da pochi giornalisti scrittori e giornali con tanti lettori, in cui anche le polemiche avevano una narrazione, e i dualismi una diversità identitaria, come quello di Rivera e Mazzola.
La notte si colorò poi di festa, in una Italia operaia, di fabbrica e di ideologie che però sapeva stare unita.