19 giugno 2001: viene siglato un accordo tra il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ed il Comitato Paralimpico Internazionale (IPC), che garantisce che la città candidata ad ospitare le Olimpiadi deve organizzare sia i Giochi olimpici sia i Giochi paralimpici.
E’ da qui che giochi finora considerati minori, trovano la stessa dignità di quelli ufficiali.
Era stato lungo il cammino che ha portato alla nuova realtà sportiva, e grande parte in questo sviluppo l’aveva avuto l’Italia, quella grande, quella della ricostruzione, quella capace di innovare e chiamarsi boom.
Dalle gare per reduci mutilati di guerra organizzate dal medico olandese Ludwig Guttmann che proseguirono per una decina d’anni, si arrivò all’incrocio con le Olimpiadi di Roma (che sancirono la grandezza della ripresa italiana) con un abbinamento fra eventi proposto al creatore dal dottor Maglio, responsabile dell’Inail. La cosa ebbe successo, fu ripresa in qualche maniera da Tokyo, ma si interruppero per il mancato sostegno del governo Messicano nel 1968.
Poi gli affiancamenti proseguirono, si allargarono ai Giochi invernali, fino all’ufficialità del 2001.
Un modo per includere, ma anche per creare uno sport diverso, di un’altra dimensione, ma con atleti dello stesso impegno e talento di quelli che calcano altri campi di gara.
Una realtà ricca ed in espansione, e la Brianza ne sa qualcosa…