23 giugno 1912.

Nasce a Londra Alan Turing, una vita e una storia anche cinematografiche.

Qualcuno dice che fu l’uomo che inventò il computer. In realtà non è così.

Ma lo immaginò per primo, indirizzando altri a costruire ciò che lui aveva visto.

Qualcuno dice che è l’uomo che fece vincere la guerra agli alleati.

In realtà, costruendo, in squadra, la macchina che fu in grado di decodificare Enigma, cioè i codici con cui gli eserciti tedeschi, italiani e giapponesi comunicavano, il suo apporto fu fondamentale.

Ma non riconosciuto, perché secretato alla fine della guerra.

Tornò agli studi, convinto che sarebbero presto venute macchine in grado di riprodurre il cervello umano. Quella era la visione che iniziò a sviluppare ma a quel punto, non solo non gli furono tributati onori, ma cominciò a subire dall’autorità inglese una persecuzione, data la sua omosessualità, agghiacciante.

Arrestato nel ’52, gli fu imposta la scelta fra carcere o castrazione chimica attraverso estrogeni che lo trasformarono in breve sia fisicamente che psicologicamente. Nel 1954 si suicidò con il cianuro, e il caso fu chiuso in tutta fretta. Accanto al cadavere fu trovata una mela morsicata, e non fu approfondito se il cianuro fosse lì.

Qualcuno dice che Jobs da quello trasse l’idea del simbolo apple, ma non è mai stato confermato.

Il sunto della storia, è quella di un visionario che intuì e raccontò macchine che poi altri portarono nella realtà.

Un eroe di guerra, per quel che ha fatto, più di tanti alti comandi. Un uomo però discriminato, ucciso, anche se mai dimenticato, come anche Hollywood ha dimostrato.

Alan Turing

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