24 giugno 1965: per che pensasse che gli impianti sportivi 2.0, quelli alla maniera del mondo civile, stadi belli, funzionali, centri commerciali, arene culturali etc etc in Italia non ci siano mai stati, basta una data, e indicare Milano.
Al Vigorelli, patria del ciclismo su pista, allora sport di massa, arrivarono i Beatles, e la pista di parquet fu ricoperta, le tribune furono organizzate diversamente, il servizio cambiò , i bar e ristoranti della Fiera lì accanto furono coinvolti, e l’impianto rese economicamente come auditorium.
Quali Beatles erano? Probabilmente i più entusiasti e creativi, quelli che stavano cambiando il mondo della cultura, senza che il mondo inesorabilmente, goccia a goccia, avesse ancora la forza di cambiare loro.
Non bisogna pensare alle folle oceaniche. A Milano quel giorno fecero due concerti. Una “matineè” alle 17 (7.000 persone) e una serale, con 20.000 giovani pronti a cantare la nuova musica.
In realtà non si trattò di un concerto dedicato. Loro ebbero 40 minuti, e la loro esibizione fu incastonata fra divi italiani quali Peppino di Capri, Fausto Leali e Maurizio dei New Dada.
I prezzi furono popolari, per i posti più lontani la metà del costo di un disco.
Altra Italia, altro mondo e ancora… altri Beatles, insomma, quel giorno, al Vigorelli.