6 giugno 1984: la prestigiosa e grigia accademia delle scienze sovietiche si colora di mattoncini. Anche il creatore del gioco best seller sa di mondi diversi, Aleksej Leonidovič Pažitnov, accademico, che però da ventottenne, era la risposta rossa ai tanti ragazzi della futura Silicon Valley.
Mentre di qua del muro la grafica era già a colori, dalle parti del blocco sovietico Tetris era ancora funzionante con lo spostamento di blocchi di testo.
Il gioco fu distribuito inizialmente sui computer russi, chiaramente gratuitamente perché il profitto non era ancora concetto in uso. Ma da lì a poco, l’Ibm ne richiese una versione a Gerasimov, un assistente della prima ora del creatore, che scoprì l’occidente, i diritti, il copyright e la ricchezza occidentale, cosa che Pazitnov non fece.
Il nome è una composizione in russo fra Tennis (sport preferito dal creatore) e tetramino, una figura quadra composta da 4 quadrati delle stesse dimensioni, i pezzettini che poi divennero leggendari e icona di un fine millennio.