COMO – Il Vaticano riapre l’indagine sul sacerdote comasco accusato di aver commesso abusi sessuali sui chierichetti del Papa negli anni del pre seminario al San Pio X di Roma. Scandalo trattato nei giorni scorsi anche dalla trasmissione televisiva “Le Iene” con un servizio dal titolo: “Hanno abusato di me in Vaticano”. Ad annunciare la riapertura delle indagini è lo stesso Vaticano con un comunicato stampa, poi pubblicato integralmente sabato sul sito della diocesi di Como.
In merito alla vicenda che vede coinvolto un ex alunno del Preseminario “San Pio X”, successivamente ordinato sacerdote si precisa quanto segue. A seguito di alcune segnalazioni, anonime e non, a partire dal 2013 furono compiute, a più riprese, delle indagini sia da parte dei Superiori del Preseminario sia da parte del Vescovo di Como, atteso che la Comunità degli educatori appartiene alla sua Diocesi. I fatti denunciati, che risalivano agli anni precedenti e che avrebbero coinvolto alunni coetanei tra loro, alcuni dei quali non più presenti nell’Istituto al momento degli accertamenti, non trovarono adeguata conferma. In considerazione di nuovi elementi recentemente emersi, è in corso una nuova indagine che faccia piena luce su quanto realmente accaduto.
Nella trasmissione televisiva sono due i giovani che rivelano di essere stati abusati da un seminarista che, di recente, è stato ordinato sacerdote dal Vescovo di Como, Monsignor Oscar Cantoni, e destinato a una parrocchia del territorio.
Le Iene avevano contattato anche monsignor Cantoni che sabato, insieme alla nota della sala stampa del Vaticano, sul sito della diocesi ha voluto pubblicare una sua lettera aperta a tutta la comunità.
“Grande clamore e sconcerto – scrive il Vescovo – hanno generato in questi giorni i vari servizi televisivi e giornalistici attorno alla diffusione di notizie, di comportamenti ambigui, attribuibili a un nostro sacerdote nel tempo dei primi anni della sua formazione. Ne è scaturita, da una parte, tanta tristezza e sofferenza e, dall’altra, anche qualche perplessità, a seconda dell’interpretazione di ciascuno. Sulle pagine del Settimanale dello scorso numero, come su altre testate giornalistiche, la Diocesi ha voluto precisare con chiarezza e determinazione quanto era necessario sottolineare, a partire dagli elementi accertati, di cui finora si è a conoscenza”.
“Come pastore di questa Comunità cristiana ho il dovere innanzitutto di esprimere una paterna solidarietà verso tutti gli interessati al caso, da quanti hanno raccontato la loro esperienza, a quanti sono già stati di per sé giudicati, umiliati e incasellati. Sento la necessità di essere vicino alle comunità cristiane in sofferenza e che si interrogano sulla veridicità o meno di quanto i mass media ostentano con tracotante sicurezza”.
Da parte di Monsignor Cantoni l’invito a “guardare in faccia alla realtà, senza paura, con grande serenità, senza ricorrere al vano tentativo di nascondere alcunché, senza nemmeno dare l’immagine di voler minimizzare le notizie (vere o tendenziose che siano!), per giungere alla certezza della verità”.
In più un’esortazione: “Evitiamo di coltivare quei sentimenti di sospetto e di allarme, tanto presenti nei mass media, che vorrebbero inculcare una permanente e diffusa “caccia all’untore” di manzoniana memoria. Piuttosto, aumentiamo la stima e la fiducia verso tutti gli operatori ecclesiali, offrendo loro una vicinanza affettuosa e grata per il loro operato, spesso poco gratificante e apparentemente infruttuoso. Da ultimo, non dimentichiamo mai la raccomandazione di Papa Francesco che invita a pregare per tutti i sacerdoti, qualunque sia la loro condizione. È il Signore che ha voluto che anch’essi fossero rivestiti di debolezza «per sentire giusta compassione per quelli che sono nell’ignoranza e nell’errore» (Preghiera del Santo Padre Francesco per il Giubileo straordinario della Misericordia)”.
Il sacerdote accusato di abusi, nel frattempo, pare sia stato allontanato dalla comunità in cui era stato destinato dopo la sua ordinazione.