Acqua BrianzAcque: un accordo di collaborazione ATO MB e CNR IRSA Istituto di Ricerca sulle Acque, sottoscritto nel 2015 con l’obiettivo di integrare le rispettive competenze di ente gestore e di ente di ricerca, ne garantisce una potabilità sempre più sicura e controllata, andando al di là del monitoraggio ordinario imposto dalle normative vigenti. In questi tre anni, l’attività in comune si è focalizzata sulla ricerca dei cosiddetti microinquinanti emergenti, sostanze non ancora regolamentate o in fase di integrazione legislativa, poco studiate con potenziali rischi per l’ecosistema e la salute umana, i cui effetti non sono ancora del tutto chiari. Questo gruppo di composti è rappresentato principalmente da prodotti utilizzati in modo massivo nella vita quotidiana: farmaci ad uso umano e veterinario, distruttori endocrini, prodotti per la cura personale, detergenti e loro prodotti di degradazione, plastificanti, additivi industriali e nano-particelle.
Per essere in grado di dare concreta operatività alla prestigiosa partnership, BrianzAcque ha completato l’organico operativo dei laboratori di analisi e ha investito oltre 800 mila euro nel triennio 2016/2019 nell’acquisto di sofisticate strumentazioni d’avanguardia. Le potenzialità delle strumentazioni di nuova acquisizione mettono in grado l’azienda, che gestisce il ciclo idrico integrato nella Provincia di Monza e della Brianza, di effettuare campagne di screening “target”, cioè orientate alla determinazione di classi di sostanze potenzialmente presenti nelle acque e che potrebbero comportare problemi dal punto di vista tossicologico.
Tra le prime classi sottoposte ad indagini di screening per verificarne l’eventuale presenza nelle acque prelevate nelle falde e destinate alla potabilizzazione, sono state scelte classi di sostanze note dalla letteratura scientifica per essere diffuse in alcuni acquiferi sotterranei.
I risultati della ricerca hanno mostrato che, nell’ambito territoriale di BrianzAcque, corrispondente ai 55 comuni della Provincia di MB, considerato che l’approvvigionamento idrico del territorio è quasi esclusivamente derivante da acqua di falda con un discreto grado di protezione dovuto agli stati argillosi presenti nella stratigrafia del territorio, sono rari i casi in cui sono state trovate tracce delle sostanze in analisi (sostanzialmente, erbicidi e loro metaboliti).
Si può perciò concludere che l’acqua distribuita attraverso i 3.091 km di rete idrica da BrianzAcque, non solo ha costantemente rispettato i limiti previsti della normativa cogente, ma può essere considerata sicura anche rispetto alle classi di inquinanti emergenti che abbiamo monitorato. L’acqua è stata valutata sicura dal punto di vista tossicologico dai ricercatori CNR IRSA mediante il confronto con i valori soglia e i protocolli di valutazione del rischio disponibili in ambito nazionale ed internazionale.
Commenta, Enrico Boerci, presidente di Brianzacque: “L’effetto sinergico del patto con CNR IRSA e il supporto scientifico fornito dall’ente di ricerca, fa sì che BrianzAcque, ente gestore, si collochi in prima linea sul versante della prevenzione e della tutela del patrimonio idrico. Una sfida partita tre anni fa, che oggi, con indagini eseguite attraverso strumentazioni di elevato livello tecnologico, ci consente di garantire agli oltre 866 mila utenti della Brianza un’acqua super controllata, sana e sicura, anche in riferimento al monitoraggio a classi di sostanze non incluse nelle liste di controllo delle normative vigenti. Sono convinto che le nuove problematiche della qualità delle acque, richiedano sempre più approcci interdisciplinari e forme cooperative tra diversi soggetti pubblici e privati, istituzioni, enti di ricerca così da creare eccellenze per una salvaguarda complessiva dei corpi idrici”. Osserva Vito Felice Uricchio, direttore CNR IRSA: “Le relazioni interorganizzative che si sono stabilite tra CNR-IRSA e BrianzAcque contribuiscono efficacemente ad agevolare collegamenti di filiera, che a loro volta si sono evoluti in rapporti di collaborazione stabili, finalizzati a valorizzare sia l’innovazione che la complementarietà delle qualità, delle competenze e dei mezzi strumentali ed impiantistici.”
Tutte queste attività e quelle previste nel prosieguo della collaborazione, costituiranno una indispensabile base di conoscenze per valutare il reale impatto, anche in prospettiva futura, di questi nuovi possibili contaminanti sulla qualità dell’acqua destinata al consumo umano al fine di garantirne, se necessario, i trattamenti più opportuni per la sicurezza sanitaria, preservando le caratteristiche organolettiche e per essere in grado, con adeguati piani di salvaguardia, di prevenire il verificarsi di situazioni di non conformità, forti delle conoscenze della risorsa affidata a BrianzAcque come Gestore Unico del Sistema idrico integrato su base provinciale.
Nei laboratori di BrianzAcque sono stati analizzati complessivamente 11.500 campioni tra prelievi su 400 pozzi, serbatoi, punti rete, impianti di depurazione e controllo scarichi industriali. Nel corso degli anni sono stati accreditati 35 metodi di analisi. Ludovico Mariani, direttore area tecnica di BrianzAcque, specifica: “I nostri laboratori di azienda pubblica, attrezzati con apparecchiature avanzate, rapprentano una garanzia per il monitoraggio della qualità dell’acqua. In dieci anni, BrianzAcque, non ha mai ricevuto ordinanze di non potabilità” .