MONZA – Quando guidate usate la testa, non il cellulare. Quando siete al volante lasciatelo nello zaino, non succede nulla se per anche mezz’ora non siete connessi alla rete o non vi messaggiate con la fidanzata. Quella disattenzione potrebbe davvero costarvi la vita. O peggio ancora, strappare alla vita chi in quel momento ha la sfortuna di trovarsi lungo il vostro percorso.
Questo il messaggio inviato da Alessio Tavecchio ai tantissimi studenti di alcune scuole superiori di Monza e circondario che giovedì mattina hanno assistito allo spettacolo evento “Guida, ridi, vivi”. Un modo originale e coinvolgente di promuovere l’educazione stradale dove, accanto allo spettacolo interattivo portato in scena da Filippo Tognazzo, c’è la testimonianza intensa di Alessio Tavecchio che ad appena 23 anni, nel 1993, a causa di una disattenzione è rimasto vittima di un gravissimo incidente stradale. Il coma, la lunga riabilitazione e da allora una vita costretto sula sedia a rotelle, facendosi portavoce di un messaggio di maggiore attenzione e sensibilizzazione alla sicurezza stradale.
Può sembrare una banalità ma una disattenzione può davvero costare la vita: non solo la propria, ma come nel caso dello studente monzese Elio Bonavita anche quella di chi, in quel momento, senza alcuna colpa si trova lungo la strada. Il volto sorridente dello studente morto in un tragico incidente stradale fisso sul palcoscenico: Elio era in auto con la mamma Nunzia diretto al campo da gioco della Dominante quando la sua auto è stata falciata da un’altra vettura che sopraggiungeva a forte velocità dalla parte opposta. Immediata la sintonia e la vicinanza di Alessio ai familiari di Elio, e lo sprone a trasformare il dolore che ha pervaso la famiglia Bonavita in una risorsa e un mezzo per promuovere l’educazione stradale.
La vita di Alessio è un miracolo ed è sempre coinvolgente ascoltarlo: dai suoi occhi traspare energia ed entusiasmo, dalla sua voce la consapevolezza che – oggi padre – la promozione dell’educazione stradale è fondamentale.
Alessio stava percorrendo una strada cittadina quando, quella sera del 5 dicembre 1993, a due giorni dal suo 23esimo compleanno fu vittima di un drammatico incidente stradale. Un incidente che lo ha cambiato radicalmente, non solo nel corpo costringendolo a vita sulla sedia a rotelle, ma anche nell’anima. Un percorso lungo, certamente difficile, ma intenso e straordinario che il monzese ha raccontato nei suoi tre libri (“Cronaca di una guarigione impossibile” che ha venduto oltre 70mila copie, “Con una marcia in più” e “Il ragazzo che nacque due volte”), e soprattutto nel suo “Progetto Vita” che si concretizza in incontri nelle scuole e in attività con i ragazzi.
Con un mantra che da sempre contraddistingue la vita e l’agire di Alessio “Non arrendersi mai”.
Certo le difficoltà non mancano, né mancano sacrifici, dolori, ma anche la consapevolezza che la vita è un dono prezioso da vivere intensamente e che quella disattenzione che a lui è costata cara possa essere risparmiata agli altri.
Oggi c’è un grande sogno: realizzare l’Open Village, un Centro Polifunzionale Integrato di Residenzialità, Formazione e Pratiche Sportive, che Alessio si augura di poter presto realizzare anche attraverso la Fondazione che porta il suo nome.
Una iniezione di entusiasmo e di positività, ma soprattutto l’invito ad usare il cervello: una disattenzione di un secondo potrebbe farvela pagare per tutta la vita.
Se volete aiutare Alessio a realizzare il suo sogno tutti i dettagli sul link www.alessio.org/
Barbara Apicella
Pensieri che si trasformano in parole e poi in azioni concrete… grazie Alessio…