Allarme blatte in via Asiago: i residenti chiedono subito i controlli dell’Ats

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Allarme blatte in via Asiago i residenti chiedono subito i controlli dell'Ats

MONZA – In via Asiago è scattato l’allarme blatte e i residenti chiedono un immediato intervento dell’Ats (ex Asl) di Monza e Brianza per verificare le condizioni igienico sanitarie all’interno degli appartamenti dove vivono oltre cinquanta migranti.

Ieri mattina, domenica 13 agosto,  la scoperta quando un inquilino è andato a buttare l’immondizia e ha trovato il bidone pieno di blatte. Un’immagine tutt’altro che piacevole con il bidone dove centinaia di animaletti camminavano sui sacchetti dell’immondizia e lungo le pareti di plastica, molti già fuoriusciti dal bidoni. Un problema che si era presentato già alcuni mesi fa con gli inquilini costretti a far effettuare un intervento di pulizia straordinaria.

Adesso, alla vigilia di Ferragosto, le blatte sono tornate in via Asiago e i pochi inquilini rimasti a casa hanno immediatamente denunciato il problema con un’email inviata ieri pomeriggio al Ministro dell’Interno Marco Minniti, al Prefetto Giovanna Vilasi, al sindaco Dario Allevi, all’assessore alla Sicurezza Federico Arena e all’amministratore del condominio.

Un accorato appello perché qualcuno, concretamente, intervenga allegando anche le foto che i residenti hanno poi inviato alla redazione di Quibrianzanews.com.

“Sappiamo che tutti si trovano al mare a passare le loro vacanze – si legge nella missiva – Ma il nostro incubo continua. Queste sono le condizioni igienico sanitarie che affrontiamo ogni volta. Noi stiamo ancora attendendo risposte, per fortuna che qualcuno nelle sue interviste dice di stare vicino agli italiani (il riferimento all’intervista del Ministro Minniti di alcuni giorni fa su “Repubblica”, ndr). Noi ci sentiamo abbandonati”.

Ad oggi l’unica risposta che i residenti hanno ricevuto è quella dell’amministratore della palazzina monzese salita alla ribalta delle cronache nazionali per ospitare da oltre un anno e mezzo più migranti che inquilini italiani con una situazione di convivenza sempre più tesa.

A sostenere la causa degli inquilini l’amministratore del condominio che ieri ha tempestivamente risposto alla segnalazione sollecitando un intervento dell’Ats per verificare urgentemente le condizioni igienico sanitarie all’interno degli appartamenti dove vivono gli ospiti. Ribadendo e richiedendo una maggiore presenza delle istituzioni affinché facciano rispettare le regole.

“Non ce la facciamo più – ci ripetono i residenti – Che male abbiamo fatto per vivere questo incubo? Siamo gli unici in Italia a vivere questa condizione: abbiamo fatto un mutuo trentennale per poi dover vivere in questo schifo. In appartamenti che noi abbiamo profumatamente pagato e che oggi non hanno più valore. Gli unici imbecilli a vivere in un condominio invaso dai profughi siamo noi, altrove le istituzioni sono intervenute”.

La situazione è sempre più difficile e quotidianamente i residenti sollecitano interventi del Ministro che in primavera in visita a Monza durante la campagna elettorale aveva promesso l’allontanamento in toto di tutti i migranti dalla palazzina di via Asiago. Ad oggi la promessa si è concretizzata solo in parte con il trasferimento  di un’ottantina di richiedenti asilo.

Ma adesso gli inquilini chiedono un impegno ancora più concreto e duro anche al sindaco Dario Allevi. “Chiediamo a Dario Allevi di farsi nostro portavoce dal Prefetto – aggiungono – Noi è da oltre un anno che la invitiamo a venire e verificare di persona la nostra situazione, inviamo email alle quali non è mai seguita una risposta. Se non ascolta noi inquilini che almeno ascolti il sindaco portavoce delle nostre richieste”.

Gli inquilini non sanno più a che santo votarsi: esasperati e amareggiati oltre alle blatte ci ricordano le difficoltà di convivenza che ormai si trascinano.

“Quello che maggiormente ci spaventa è la mancanza di sicurezza non sappiamo chi sono i nostri vicini di casa – ci ricordano – Un andirivieni continuo, sul balcone letti e valigie, gente che martella i muri, gli educatori che non si vedono più. Se gli educatori non sono presenti perché hanno paura noi che cosa dovremmo fare? Siamo alla mercé di persone che dispongono delle nostre vite a loro piacimento solo perché avevano un problema e l’hanno risolto scaricandolo su di noi. Ragionamento che non fa una grinza, se però certe decisioni vengono prese sulla pelle degli altri rovinandogli la vita”.

Barbara Apicella

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