MONZA – I lavori della passerella ciclopedonale di via Stucchi e della relativa rotonda a fagiolo costati oltre 600 mila euro si concluderanno entro la fine di settembre senza – per il momento – apportare modifiche al progetto iniziale. Ma nel frattempo l’amministrazione comunale si impegna a individuare possibili migliorie per favorire soprattutto l’uscita dei residenti di Sant’Albino dal quartiere.
Questo, in sintesi, il risultato dell’incontro pubblico organizzato nei giorni scorsi dal Comitato di quartiere di Sant’Albino al Centro civico di via Mameli: nell’occasione sono state consegnate al sindaco Dario Allevi le 728 firme raccolte nei mesi scorsi con la richiesta di apportare modifiche a quella passerella e relativa rotonda che fin dal progetto iniziale aveva presentato criticità. La più eclatante – individuata dagli stessi componenti del Comitato – l’aver scambiato il canale Villoresi per un normalissimo passaggio con il rischio che il cantiere finisse a… mollo.
Quasi due ore di confronto con il sindaco Dario Allevi, l’ingegner Casati (tecnico comunale che ha seguito il progetto) e l’assessore ai Lavori pubblici e vicesindaco Simone Villa che, residente a Sant’Albino, ben conosce le richieste sollevate dai suoi concittadini.
Una battaglia, quella per la realizzazione della passerella ciclopedonale, che ha visto i residenti bloccare alcuni anni fa il traffico di viale delle Industrie per chiedere la sistemazione di quella rotonda killer dove un giovane aveva perso la vita. Da qui il progetto di realizzazione di una passerella ciclopedonale con una revisione anche del traffico che però, fin da subito, ha evidenziato criticità.
I residenti hanno per l’ennesima volta criticato la rotonda e soprattutto la difficoltà degli automobilisti ad uscire da Sant’Albino con auto che sfrecciano velocemente da San Rocco verso lo stadio rendendo pericolosa l’uscita dal quartiere. Gli incidenti alla rotonda sono all’ordine del giorno, l’ultimo venerdì sera con l’intervento di carabinieri e di mezzi di soccorso.
Il Comitato di quartiere, attraverso la raccolta di firme, chiede che venga rallentato il flusso lungo il viale delle Industrie (per le auto che provengono appunto da San Rocco) anche utilizzando dossi, dissuasori e autovelox, che venga rivista la rotonda favorendo l’uscita degli automobilisti da Sant’Albino ipotizzando anche la trasformazione della rotonda a fagiolo in due rotonde. L’idea di posizionare un semaforo, ventilata dall’ex assessore alla viabilità Paolo Confalonieri viene invece bocciata. Inoltre il Comitato ha sollevato serie preoccupazioni su quel marciapiede a raso con attraversamento realizzato a ridosso della curva.
Problemi non certo nuovi: è da oltre due anni che il Comitato di Sant’Albino li presenta, sia prima dell’inizio del lavori sia in fase d’opera. Criticità e pecche più volte evidenziate con email agli uffici e agli assessori di competenza, durante gli incontri pubblici e annunciando di essere pronti a mobilitarsi nuovamente per garantire quella sicurezza che quelle passerella ciclopedonale dovrebbe fornire, non solo a pedoni e ciclisti.
Ma, ormai in zona Cesarini, non c’è più niente da fare. L’opera, come confermato anche dall’ingegner Casati, verrà conclusa così come è stata progettata sulla carta, ma il sindaco ha promesso un interessamento per rallentare la velocità delle auto che provengono da San Rocco.
Intanto il vicesindaco Villa ha rispolverato un vecchio progetto datato 2011 e targato Provincia di Monza e Brianza: un progetto preliminare di eliminazione dei semafori da viale Sicilia fino a Cascina Rancati, una soluzione ampia e complessa lasciata nel cassetto per mancanza di fondi. E che oggi potrebbe risultare utile e interessante, da abbinare anche al progetto promosso dall’amministrazione Scanagatti e votato dal Bilancio partecipativo ma non ancora realizzato che prevede l’introduzione di una zona 30 km/h all’interno del rione. Con la concretizzazione di questi due progetti gli automobilisti (non residenti nel quartiere) verrebbero disincentivati ad utilizzare le strade di Sant’Albino come percorso alternativo, liberando il rione dalla morsa dello smog e del traffico, e quindi anche evitando code e difficoltà di uscita dal quartiere all’altezza della malefica rotonda a fagiolo.
Barbara Apicella