Arriva a Monza il baratto amministrativo e Rifondazione comunista applaude

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MONZA – Collaborazione tra Comune e residenti morosi degli alloggi popolari: per chi non è in grado di pagare l’affitto arriva il baratto amministrativo.

La Giunta di centrodestra guidata da Dario Allevi crede in questa nuova forma di collaborazione che da una parte “salva” gli inquilini morosi dal rischio dello sfratto e dall’altra sgrava le casse di piazza Trento e Trieste da interventi più o meno onerosi da eseguire all’interno degli alloggi comunali.

L’annuncio è stato fatto direttamente dal primo cittadino che durante il consiglio comunale di presentazione del programma di mandato ha evidenziato la volontà della sua giunta di applicare il baratto amministrativo.

Un progetto che da anni porta avanti anche il Partito di Rifondazione Comunista in una visione più ampia e articolata di auto recupero che era stato proposto anche alla passata amministrazione. “Lo avevo presentato agli assessori Bertola e Marrazzo. Eravamo quasi in dirittura d’arrivo ma la vecchia giunta ha dimenticato di mettere il nastro”, ha commentato ironicamente il segretario Michele Quitadamo.

Un progetto nato in seno al Comitato del diritto alla casa del Foa Boccaccio e che negli anni Quitadamo ha più volte portato all’attenzione degli amministratori comunali.
“Si può applicare sia agli inquilini che già vivono in un alloggio comunale sia a coloro in attesa di assegnazione di una casa che però tarda ad arrivare perché il Comune non ha i soldi per ristrutturarla e assegnarla – ha spiegato – Nel primo caso l’inquilino già residente che magari chiede al Comune interventi manutentivi che però le casse comunali non permettono di eseguire potrebbe effettuarli e quindi vedersi scalata la cifra direttamente dall’affitto. Un’iniziativa che potrebbe riguardare sia la manutenzione del singolo appartamento, sia quella della palazzina. Mentre nel secondo caso l’inquilino in attesa di ingresso nell’alloggio potrebbe eseguire o far eseguire lui stesso gli interventi necessari per poter entrare a vivere nell’appartamento, vedendosi poi scalare l’affitto. In questo modo non ci sarebbero famiglie senza casa”.

I dati a Monza di nuclei familiari in attesa di un alloggio sono ancora importanti. “Sono oltre un centinaio le case comunali in attesa di assegnazione perché devono essere ristrutturate – precisa Quitadamo – Stesso discorso anche per gli alloggi Aler. Naturalmente deve essere sottoscritto una sorta di contratto tra inquilini e amministrazione comunali e tutti gli interventi devono essere poi documentati”.

Il segretario di Rifondazione comunista crede molto in questo progetto. “Da un lato si riqualificherebbe il grosso patrimonio degli alloggi comunali e Aler e dall’altro verrebbero riassegnati tutti gli appartamenti ancora sfitti perché Aler e Comune non hanno i soldi per sistemarli”, ha precisato.

Quitadamo vede lontano e auspica che Monza diventi il primo Comune italiano a non avere alloggi sfitti. “Sarebbe davvero un bel primato – conclude – Mi auguro che nonostante la diversità politica e di visione la Giunta Allevi possa valutare positivamente questa proposta garantendo a tante famiglie un tetto sulla testa”.

Barbara Apicella

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