MONZA – La città di Teodolinda bocciata in tema di barriere architettoniche. E l’associazione Peba chiede l’accesso agli atti per conoscere i lavori fatti e quelli in programma per rendere Monza accessibile a tutti.
La risposta scritta dell’assessore Simone Villa all’interpellanza presentata dal consigliere Paolo Piffer (Civicamente) in tema di attuazione del Peba (Piano eliminazione barriere architettoniche) – e riportata ieri dal nostro giornale – non è piaciuta all’associazione monzese. Un sodalizio impegnato a livello nazionale in progetti di abbattimento delle barriere architettoniche e che, già a settembre, si era reso disponibile ad effettuare una mappatura delle barriere in città.
“C’è grande preoccupazione e sorpresa per la risposta data dal Comune di Monza alla richiesta di delucidazioni da parte del consigliere Piffer – commenta Andrea Ferretti, presidente di Peba – In primis il Peba è obbligatorio per legge (legge 41/86, ndr). Andava fatto nel 1986 e poi monitorato, e i lavori programmati, di anno in anno, con un piano. Non è facoltativo, non è relegato alla sensibilità sul tema di questa o quella giunta. È la legge che lo prevede: la legge italiana ed europea (per la precisione la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ndr)”.
La risposta dell’assessore Villa non è assolutamente piaciuta all’associazione: il delegare gli altri assessorati all’attuazione del Peba per Ferretti è assurdo.
“Il Peba riguarda tutti i settori comunali, non un assessorato specifico – precisa – Eseguire lavori di abbattimento delle barriere architettoniche durante gli interventi di manutenzione straordinaria o comunque seguendo un criterio non pianificato è la ragione stessa che ha indotto il legislatore nel 1986 a fare una legge per obbligare i Comuni a redigere e attuare i Peba”.
L’associazione non si ferma e resta in attesa di capire a che punto è l’abbattimento delle barriere architettoniche in città, affinché Monza sia accessibile anche a coloro che si ritrovano a convivere con difficoltà motorie o spostarsi sulla sedia a rotelle.
“Una volta avuta la possibilità di verificare la documentazione e lo stato dell’arte dei lavori fatti – conclude Ferretti – potremo capire meglio cosa hanno fatto le Amministrazioni monzesi e Regione Lombardia in questi trent’anni per rispettare la legge e garantire alle persone con disabilità pari dignità anche a Monza”.
Barbara Apicella