MONZA – Sergio Bramini non si arrende e lancia in prima persona una petizione on line, affinché il 18 maggio, giorno in cui è stato fissato lo sloggio esecutivo dalla sua abitazione di via Sant’Albino, diventi la Giornata Nazionale della Vergogna.
Una petizione lanciata sulla piattaforma change.org e indirizzata al Presidente della Repubblica, ai segretari di tutti i partiti politici, al prefetto di Monza e al questore affinché si mettano una mano sulla coscienza.
Bramini non ne fa una questione personale: più volte ha ripetuto che di famiglie messe in ginocchio da fallimenti incolpevoli in Italia ce ne sono parecchie. La sua vicenda è salita agli onori delle cronache nazionali perché è fallito per i mancati pagamenti (4 milioni di euro) da parte delle pubbliche amministrazioni.
“Ci vergogniamo di essere cittadini di una provincia in cui la burocrazia fa, sistematicamente, prevalere l’interesse dei creditori su quello dei debitori – si legge nella petizione lanciata pochi giorni fa sulla piattaforma www.change.org – Anche quando la normativa vigente rende possibile attuare la funzione costituzionale di equilibrio fra creditori e debitori. Ci vergogniamo di essere cittadini di una provincia in cui è possibile perseguitare un creditore indebitato, cercare di umiliarlo con uno sloggio dalla sua casa prima che la stessa sia venduta, soltanto perché questo creditore ha il coraggio di far valere le proprie ragioni, non si rassegna a subire le ingiustizie o, come purtroppo succede sempre più frequentemente, non si suicida a seguito della perdita di dignità che gli viene inflitta”
Sergio Bramini annuncia l’organizzazione di un grande convegno (la data verrà annunciata a breve) “per evidenziare – si legge ancora nella petizione – che a Monza si sceglie, all’interno delle opzioni esistenti, di applicare le leggi favorevoli ai creditori e agli speculatori”.
A questo convegno verranno invitati i rappresentanti di tutti i partiti politici, le associazioni di volontariato, la Caritas Ambrosiana, i rappresentanti delle istituzioni, e i giornalisti.
Bramini si spinge oltre e chiede che il 18 maggio venga istituita la Giornata Nazionale della Vergogna. “Una giornata in cui nei prossimi anni ricorderemo la follia per cui le case di famiglia potevano essere svendute agli speculatori per una manciata di euro, per poi essere rivendute, dagli stessi speculatori che spesso riciclano soldi sporchi, a 3-4 volte il valore a cui le avevano acquistate – ha aggiunto – Una società civile deve avere vergogna che possa esistere questa speculazione e la memoria della vergogna deve restare fissata in una data simbolo”.
Credo proprio che dal punto di vista economico-finanziario lo sia… Non si potrebbe proporre che tutti i beni confiscati alla mafia, o parte di essi, vengano utilizzati per risanare le situazioni simili a quella del Signor Bramini?