Campanile Sera. Presenta Mike Bongiorno. Storia di una Tv con un canale unico, nazionale, che fra le prime esigenze, sceglie di rendere protagonisti i campanili e con essi, la gente comune.
La trasmissione ufficiale era stata preceduta da una puntata pilota, girata in Brianza a Giussano e a Saronno, una prova che aveva sancito l’assoluta novità e potenzialità del format.
In pratica, la strategia di rendere protagonista il “campanile” e la gente semplice che gli vive sotto segna una Radio Televisione Italiana che fra le prime esigenze, sente il dovere di divenire social (come chiaramente l’epoca consentiva). In particolare attraverso un quiz, condotto da un giovane che poi sarebbe diventato “mito” nel campo: Mike Bongiorno, che aveva alle spalle la cultura delle Tv americane.
La Rai insomma si mostrò (anche se sempre nello stretto controllo politico) mezzo editoriale evoluto. Che come altri dell’epoca, i cartacei, si poneva il dovere di unire le tante province, seppur in giacca e cravatta.
Campanile Sera andava in onda il giovedì alle 21. A misurarsi erano un paese del nord e uno del sud. C’erano prove di cultura e di capacità atletica. Un tenzone che scopriva, misurava e soprattutto univa un Paese ormai ricostruito.
L’Italia che dopo il totalitarismo del ventennio scopriva i diversi accenti, i luoghi, le culture, fu un enorme successo, che durò oltre 100 puntate ed ebbe richiamo internazionale. In pratica Campanile Sera fu il nonno di Giochi senza Frontiere.
Qui si doveva far sentire l’Italia Unita. Nei giochi, l’Europa senza frontiere, appunto.
Campanile sera fu un “gioco popolare”, per tutti, basato su cose semplici, assolutamente diverso da quello che era venuto prima, il Lascia e Raddoppia, in cui “pochi” potevano essere i sapienti protagonisti.