MONZA –. È cresciuta a pane e tradizioni: la storia, le radici, le bellezze della Brianza e della sua gente sono incise nel suo dna. Tanto che per il suo Natale da anni allestisce un presepio tipicamente brianzolo, ambientato nella piazza del mercato di Monza della seconda metà dell’Ottocento. In questi giorni di festa e di riposo vi facciamo conoscere la natività “made in Brianza” di Ghi Meregalli, volto storico della cultura cittadina, erede di una delle famiglie brianzole più famose, anima e mente della rievocazione storica che da quasi quarant’anni a giugno fa conoscere storia e tradizioni della città di Teodolinda con un evento che richiama centinaia di figuranti da tutta la Lombardia.
Ghi ci apre le porte della sua casa facendoci conoscere e ammirare una natività diversa. “Tutta di fantasia – precisa – Di studio, ricerca e attenzione nella riproduzione dei particolari, cercando di ingegnarmi anche nella ricerca del materiale”.
Il presepe di Ghi Meregalli non è ambientato a Betlemme, ma nel cuore di Monza in quella piazza dove ogni giovedì, allora come oggi, si riunivano gli ambulanti. Maria e Giuseppe sono quindi due avventori, Gesù Bambino non è in fasce ma è un dolcissimo bimbo che gioca con i piccioni della piazza. Poi, tutto intorno, gli altri protagonisti che si avvicinano alla Sacra Famiglia.
Nel presepe di Ghi Meregalli non ci sono i pastori ma la Mariotta (la fruttivendola che aveva fatto casa e bottega alla Porta Viscontea) , il Scior Luiss (il falegname), il materassaio che carda in piazza la lana dei materassi, la donnina che vende il pregiatissimo latte di capra, la “tusa” brianzola che per comprarsi il corredo vendeva al mercato i fiori raccolti nei campi, la servetta con nel secchiello i panni lavati, la donnina che offre a Gesù Bambino la camicina bianca, il venditore di bozzoli di bachi da seta con la gerla sulle spalle, lo stagnino e il fabbro.
Ma nel presepe di Ghi Meregalli c’è spazio anche per i Re Magi, abbigliati con deliziosi vestiti realizzati utilizzando scarti di abiti da sera e di stoffe pregiate.
“La Natività è ambientata sullo sfondo di piazza del mercato, ispirandomi a una stampa di una delle pubblicazioni del grande appassionato di storia monzese Dante Fossati – precisa – I personaggi sono quelli che frequentavano il mercato. C’è un grande studio del particolare con la creazione del manto stradale tipico dell’epoca, quella “rizzada” fatta di sassi. Poi le donne ammogliate indossano la sperada, gli scialli sono fatti a mano e anche le acconciature sono diverse e realizzate con cura del particolare. I secchielli ricavati dai bicchierini di plastica dipinti di grigio e la sperada usando invece i cucchiani del caffè”.
Una Natività che parla di Monza, della sua gente, della sua storia, utilizzando quel linguaggio semplice ma dettagliato, coinvolgente ma per nulla noioso che da sempre contraddistingue gli eventi organizzati da Ghi Meregalli.
Barbara Apicella