CONCOREZZO – Il Circolo Sardegna di Monza e Brianza dice stop alla violenza sulle donne. Anche attraverso l’arte, l’incontro e il confronto con donne e professioniste del territorio che incitano le altre donne, non solo a denunciare, ma anche ad educare i figli maschi al rispetto e all’amore verso l’altro sesso.
Un incontro ricco di spunti di riflessione quello organizzato ieri, domenica 26 novembre, nell’Auditorium di Villa Zoia dal sodalizio presieduto da Gianni Branca e patrocinato dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Monza e Brianza e dal Comune di Concorezzo.
Una carrellata di ospiti quella che si è succeduta al tavolo dei relatori per parlare della violenza contro le donne partendo dal triste dato dei 114 femminicidi compiuti dall’inizio dell’anno in Italia, di cui 25 in Lombardia e 7 in Sardegna, come ha ricordato il presidente onorario Salvatore Carta.
Una violenza perpetrata anche nella storia, con la figura di Lucia dei Promessi Sposi vittima di don Rodrigo come ha ricordato l’antropologa Elisa Gritti: una triste presenza anche nel nostro passato e che oggi è diventata un’emergenza anche a causa di un analfabetismo di ritorno.
Ma le donne sono anche il motore della società: un esempio quello di Ofelia Usai, vice presidente del Circolo Sardegna di Monza, che ha raccontato la sua esperienza di volontaria a Monza in Cascina Cantalupo a contatto con ragazze madri e spesso vittime di violenza e di maltrattamenti. Ma anche l’impegno concreto delle donne a mantenere viva la storia, il folklore e le origini leggendo una poesia da lei stessa composta contro la violenza sulle donne.
Donne che finiscono spesso in ospedale e che nascondono le violenze subite dal marito, compagno, figlio o fratello raccontando di cadute o incidenti domestici. Lo sa bene Rossella Mura, componente del Consiglio direttivo del Circolo Sardegna e a lungo operatrice nella Radiologia dell’ospedale San Gerardo. Anche nella ricca e all’apparenza istruita Brianza la violenza domestica è all’ordine del giorno con tantissimi episodi di donne finite in ospedale con ossa rotte e tumefazioni varie provocate dagli uomini.
Le donne hanno un’arma a disposizione: quella della denuncia, anche rivolgendosi al Cadom (Centro aiuto donne maltrattate) presieduto da Mimma Carta.
L’evento si è concluso con il taglio del nastro della mostra “La donna nel folklore in Lombardia e in Sardegna” allestita in Villa Zoia fino al 3 dicembre. Per poi trasferirsi dal 5 dicembre a Monza al Centro civico di San Rocco: per tutto il periodo delle festività natalizie sarà possibile ammirare scatti, quadri e opere ispirati proprio al gentil sesso, sensibilizzando al rispetto dell’altro e invitando anche le mamme a educare figli maschi meno viziati e che non considerano la donna un essere inferiore. Perché, come dicevano i nostri nonni, le donne non si toccano neanche con un fiore.