MONZA – Neppure il senatore Gianmarco Corbetta è riuscito a salvare la casa di Sergio Bramini. Il prefetto e il questore hanno avvisato il senatore grillino che la decisione di scegliere come suo domicilio parlamentare l’abitazione dell’imprenditore fallito a causa dello Stato, puntando sull’immunità parlamentare che ne impedisce lo sgombero, non può essere applicata. A Bramini è stata offerta la possibilità di rimanere nella sua abitazione ancora quarantacinque giorni, dopo dovrà abbandonare la villa di via Sant’Albino 22.
Ma Bramini non ci sta. “Non firmo nessun documento, non sottoscrivo un impegno peraltro solo per una questione di ordine pubblico – ha dichiarato – Io dalla mia casa non mi muovo. Come da tempo ripeto si sta commettendo un atto illegale. Se il domicilio o l’ufficio di un parlamentare non è più tutelato dall’inviolabilità immagino che saranno numerosi gli uffici e le abitazioni dei politici ad essere sequestrati o perquisiti”.
Bramini non si arrende: domani lunedì 16 aprile non ha alcuna intenzione di abbandonare la sua abitazione dove vive con la moglie, i tre figli e la nipotina.
“Si tratta di uno sloggio illegale – prosegue – La mia casa a dicembre 2017 è finita all’asta, malgrado il giudice fosse stato ricusato, ma non è stata venduta. La legge prevede che entro i tre mesi dall’acquisto la casa deve essere liberata, non prima”.
Sergio Bramini è tenace e irremovibile. Malgrado la tensione e lo stress di questi mesi, con grande dignità e perseveranza porta avanti la sua battaglia, opponendosi alla decisione del Tribunale Fallimentare di Monza in modo pacifico e nel rispetto della legge e delle forze dell’ordine.
Felice e galvanizzato dalla grande solidarietà della gente e delle forze politiche. Oltre al tentativo del senatore Gianmarco Corbetta, anche il consigliere regionale Alessandro Corbetta della Lega ha dimostrato solidarietà all’imprenditore e domani il sindaco Dario Allevi sarà presente al presidio.
“La legge va rispettata – ribadisce Bramini – Io voglio pagare i debiti, contratti perché lo Stato non mi ha pagato quei 4 milioni di euro che mi spettavano. Ma non è ammissibile che la mia casa acquistata con la fatica del lavoro e valutata oltre 2 milioni di euro venga svenduta all’asta per poco più di 400mila euro”.
Confermato il presidio pacifico di domani, lunedì 16 aprile, dalle ore 13 davanti all’abitazione di via Sant’Albino 22. Saranno presenti politici, gente comune, componenti del gruppo facebook “Easy Monza” che nei giorni scorsi ha lanciato una petizione on line chiedendo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella di intervenire sventando lo sloggio. Una petizione che ha superato oltre 15mila sottoscrizioni.
Barbara Apicella