MONZA – “Non so che cosa succederà domani. Ma mi adopererò affinché il presidio di solidarietà si svolga in modo pacifico. E questa è la volontà anche del signor Bramini”. Così commenta il senatore Gianmarco Corbetta a poche ore dallo sfratto esecutivo di Sergio Bramini l’imprenditore monzese fallito a causa dello Stato.
Nei giorni scorsi il senatore grillino aveva tentato la carta dell’elezione del suo domicilio parlamentare presso la villa di Bramini, in via Sant’Albino 22, scongiurando così grazie all’immunità parlamentare di far finire in mezzo alla strada Bramini, la moglie, i tre figli e la nipotina. Ma questa mattina, come ha riportato Sergio Bramini al nostro giornale purtroppo, anche questa mossa sembra non servire a nulla: prefetto e questore ritengono non applicabile l’inviolabilità del domicilio parlamentare.
“La situazione è piuttosto delicata- precisa il senatore pentastellato – In queste ore sono in corso contatti con le autorità preposte allo sfratto e mi risulta che sia stato investito della vicenda anche l’ufficio legale del Senato”.
Corbetta precisa subito che il suo gesto non ha assolutamente una volontà di essere ostile allo Stato e alle leggi. Tutt’altro. “Con l’elezione dell’abitazione del signor Bramini a mio domicilio parlamentare – conclude – ho voluto offrire a tutti gli attori coinvolti, oltre ad uno spunto di riflessione sulle conseguenze dell’inefficienze dei sistemi di pagamento dello Stato nei confronti dei propri fornitori, una via d’uscita legale da una brutta situazione che, ne sono certo, non piace a nessuna delle parti in causa”.
Domani sarà un giorno importante: Sergio Bramini sarà sostenuto non solo da Gianmarco Corbetta, ma da diversi esponenti politici locali, semplici cittadini e rappresentanti del gruppo facebook “EasyMonza” che ha lanciato una petizione per sventare lo sfratto che di ora in ora sta incassando sempre più sostenitori.
B. Api