Degrado e sicurezza, la battaglia finisce sul muro

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Degrado e sicurezza: la battaglia finisce sul muro

MONZA – La guerra tra chi accoglie e chi respinge i migranti a Monza si combatte sui muri. E a rimetterci sono sempre le tasche dei contribuenti e dei privati che dall’oggi al domani si ritrovano il muro dell’azienda o del condominio imbrattato anche se non hanno proferito mezza sillaba su degrado e sicurezza.

Negli ultimi giorni a Monza i sostenitori e i detrattori della politica dell’accoglienza se la stanno dando (o meglio scrivendo) di santa ragione. Ad essere preso il mira è soprattutto il sottopasso ciclopedonale di via Rota-Grassi che sistemato pochi mesi fa dalla Giunta Scanagatti è stato subito preso di mira dagli imbrattatori. Ma in questo caso nessuna scritta con dichiarazioni d’amore, ma frasi razziste scritte con la bomboletta nera immediatamente corrette con altrettante frasi volgari con la bomboletta rossa. Ad accoglierci in quel tunnel che per pochi giorni è rimasto lindo una scritta inequivocabile “C’era una volta un sottopasso bianco…”.

Oggi che cosa c’è? La scritta d’amore con relativa data a caratteri cubitali corretta con insulti all’amata, una scritta che inneggiava alle morte delle persone di colore corretta mandando sulla graticola i fascisti e poi inquietanti inviti ad inneggiare a Satana.

A finire nel mirino degli antagonisti anche le forze dell’ordine e l’amministrazione comunale: con due scritte senza possibilità di fraintendimento. La prima (sempre con lo spray rosso) risponde a daspo e retate a suo di degrado avvisando perciò il non rispetto dell’ordinanza e della legge, mentre la seconda scritta fatta sul cancello di un’azienda di via Buonarroti in questi giorni chiusa per ferie afferma che gli “sbirri” non sono i benvenuti nei quartieri.

Avrà il suo bel da fare la Giunta Allevi e soprattutto l’assessore alla Sicurezza Federico Arena con i detrattori della loro politica di sicurezza che, nel cuore della notte, esprimono il proprio disappunto sui muri pubblici e privati.

E alla fine è sempre e solo il cittadino che paga la maleducazione e il non rispetto della legge da parte di chi, a destra e sinistra, pensa che per far conoscere e valere la propria idea e scaricare la propria rabbia contro le istituzioni e contro chi indossa una divisa bisogna danneggiare il bene comune. Sempre però nascosti dal buio della sera o dal cappuccio della felpa.

Barbara Apicella

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