Foffano allo Sporting Club: il racconto della Siria fra verosimiglianza e verità

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Foffano allo Sporting Club: il racconto della guerra in Siria fra verosimiglianza e verità

MONZA – Venerdì la platea dello Sporting Club, attraverso gli studi e le parole di Andrea Foffano ha incontrato la cruda realtà della guerra in Siria, vista da una prospettiva che in pochi, o forse nessuno, racconta.

Base del percorso indirizzato nei temi affrontati da Barbara Apicella di QuiBrianzaNews, è stata la presentazione dell’ultimo libro dello studioso vimercatese: Siria: la Guerra segreta dell’Intelligence, edito da Solfanelli.

Un volume di 104 pagine di approfondimenti e fatti per svelare quanto il conflitto mediorientale sia stato nella genesi e nello svolgimento, diverso da quel che si percepisce dai max media.
Innanzitutto dalle problematiche che lo hanno scatenato, non dovute al terrorismo o alla guerra di religione, che da sole sarebbero state variabili controllabili dal regime, ma scatenate sul campo dalla rivalità delle sfere d’interessi Russo-Americana (Siria e Qatar) e dal desiderio di vendere gas attraverso condotti concorrenti che dovevano attraversare la Siria.

Il no al progetto occidentale di Assad ha scatenato una destabilizzazione della zona, attraverso le forze integraliste armate dalla Cia con razzi libici, che poi è sfuggita di mano, portando ad una strage senza fine non esistendo assetti solidi tanto da garantire una pace.

Foffano ha raccontato alla platea come, ormai, anche il termine stesso di guerra abbia smesso di seguire quella che è la percezione comune. Sempre meno si possono vedere eserciti nazionali in conflitto (in Siria l’esercito nazionale è ormai disintegrato) ormai la belligeranza è uno stato liquido, combattuto “per procura” da contractor, gruppi ideologizzati e soldati stranieri impegnati al di fuori di una logica strategica o puramente militare.

E’ evidente che una guerra in questi condizioni è conflitto fuori controllo, in cui nessun diritto esiste, uno stato precario di cui l’America di Obama ha evidenti responsabilità, essendo stato il motore con una serie di manovre di intelligence, della destabilizzazione.

E l’Europa? uno stato di cose così fatto, non può non coinvolgere i vicini, nel caso noi.
Il terrorismo è la traccia più evidente di questa compromissione.
Come combatterlo?
Foffano è stato abbastanza chiaro. Non lasciandolo radicalizzare. Il nemico non è l’islam ma la sua applicazione estremista. Chiaro il paradosso. “Non è pericoloso per l’occidente un islamico che prega se lo fa in uno spazio e in ambito legale, diverso se lo fa in mezzo alla strada fermando il traffico.”

Il pericolo vero, però, anche supponendo una intelligence completamente perfetta ed efficiente, è internet.
“Lì è impossibile controllare tutto, basta ricordare che durante i mondiali brasiliani di calcio è nato un sito Brasil Cup che riportava messaggi dell’Isis”. Anche se scoperto e fermato, in pochi minuti era già stato condiviso, sfuggendo al controllo. L’unico modo per ostacolare queste realtà è costruire misure e procedure di controllo che segnino i movimenti illeciti di denaro e uomini, sapendo comunque che la realtà è talmente complessa che le forze dell’ordine per quanto efficienti non bastano, e solo una attenzione condivisa, sociale, può agire in maniera efficace.

Insomma, in un certo senso per battere il terrorismo islamico serve il ritorno di quel controllo sociale che sconfisse il terrorismo rosso degli anni settanta in Italia, il che implica allo stesso tempo il bisogno di far crescere una consapevolezza del nemico che deve essere lontana da slogan e luoghi comuni. Una ricerca di divulgazione di cui il libro di Foffano è parte importante.

Una bella serata, intensa, quella regalata al pubblico dall’organizzazione dello Sporting Club, da Andrea Foffano e Barbara Apicella. Il racconto di una realtà come quella siriana, in grado di mostrare “sul campo” i processi in atto e di scoprire la vera luce di ciò che oggi tanto temiamo.

Molte le domande del pubblico a fine serata, interrogativi che hanno cercato di capire i volti più reali del fenomeno terrorismo. Un approfondimento, importante, perché in grado di far crescere la consapevolezza culturale che può essere l’arma più importante nella lotta contro il terrorismo, anche in Italia.

cc

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