Furto all’orto sociale di Cederna: “Sei di Monza se…” mobilita il popolo del web

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MONZA – La solidarietà passa sempre più spesso attraverso la rete. E siamo certi che la generosità dei monzesi (ma non solo) non si farà attendere. Aiutate a rifornire di attrezzi il magazzino dell’orto sociale di Cederna gestito dai ragazzi del progetto “Grani di Pepe”.
Un magazzino razziato dal gesto deplorevole di alcuni ladri e che ha messo in ginocchio, non solo la cura dell’orto, ma anche il grande valore sociale di questa iniziativa.

L’appello arriva  dal gruppo facebook “Sei di Monza se…” che con un post ha invitato i suoi utenti a rimboccarsi le maniche o mettere mano al portafoglio.

Servono trapiantatoi, foraterra, coltelli da innesto, vanghe, rastrelli, zappe, carriola, badili, forcone, oltre a motozappa (quella sottratta era nuova) e decespugliatore.

Si potrà aiutare in due modi: acquistando direttamente il materiale, oppure con una donazione in denaro in busta chiusa.

Le attrezzature potranno essere consegnate alla stazione di servizio Ip-Matic di via Cavallotti 68 (davanti alla nuova palazzina dei Vigili del fuoco) chiedendo di Stefano Pellini, mentre le donazioni in denaro dovranno essere consegnate alla pasticceria Vecchia Monza in via XX Settembre 17 dove, da oggi sabato 14 aprile, sarà presente una cassettina ad hoc. I soldi verranno utilizzati per l’acquisto degli attrezzi.

“Se avete conoscenze che lavorano nel campo del giardinaggio, provate a chiedere se sono disponibili a donare qualche attrezzo, alcuni hanno prezzi irrisori, inferiori ai 10 Euro – è l’appello che lanciano gli amministratori del gruppo facebook “Sei di Monza se…” – Monza ha il cuore grande, e anche questa volta lo aprirà per correre in aiuto di chi, già penalizzato nella vita, ha subito un furto a dir poco vergognoso, messo in atto da persone squallide, spregevoli, ignobili e vili”.

Anche noi siamo sicuri che i monzesi (ma non solo) hanno un cuore grande e ci auguriamo presto che i giovani contadini di “Grani di pepe” possano  tornare al lavoro.

Barbara Apicella

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