BIASSONO – La Giubiana brucia in piazza auspicando un anno all’insegna della prosperità e della ricchezza. Nel nostro viaggio alla scoperta delle tradizioni insieme a Ghi Meregalli – appassionata di storia locale, e anima della sfilata storica di Monza organizzata in occasione della Sagra di San Giovanni– oggi è il turno della Festa della Giubiana.
Una tradizione molto sentita in Brianza e che viene celebrata l’ultimo giovedì di gennaio. Il rito prevede di bruciare in piazza un fantoccio (la Giubiana appunto) rivestita di stracci. Un rito che ancora oggi si ripete e tra gli appuntamenti più suggestivi c’è quello di Biassono, organizzato dagli insegnanti e dagli alunni delle scuole elementari Moro e Sant’Andrea. Il rito della Giubiana di Biassono – al quale è invitata tutta la cittadinanza – si svolgerà domani, giovedì 25 gennaio, alle 14.45 con un grande falò in largo Pontida allietato dai canti e dalle filastrocche della tradizione, in dialetto naturalmente.
Un rito antico e molto sentito, un rito che richiamava attorno a quel falò tantissime persone che nel gesto di bruciare il fantoccio riponevano anche auspici e sogni di un anno sereno.
“La Giubiana rappresentava un’azione apotropaica – spiega Ghi Meregalli – Bruciando il fantoccio si bruciavano anche gli elementi negativi della brutta stagione, propiziando il buon esito di quella nuova, ormai alle porte”.
Accanto a quel falò, però, non solo ci si riscaldava, si ardevano elementi negativi e si sperava in una primavera ricca (un auspicio legato soprattutto al raccolto); poi insieme si mangiava risotto e salsiccia, il primo simbolo di fecondità e il secondo di abbondanza.
“Il rito della Giubiana è strettamente collegato al tema della fecondità – precisa Ghi – Le ragazze che volevano sapere se si sarebbero sposate entro l’anno, proprio il giorno della Giubiana lanciavano una pianella verso la porta e dalla direzione che prendeva deducevano se sarebbero uscite dalla casa paterna o rimaste in attesa dell’arrivo dell’uomo della loro vita”.
Nell’attesa di preparare il corredo o di rimanere ancora con mamma e papà le nostre nonne e bisnonne il giorno della Giubiana cantavano comunque questa antica filastrocca
“Viva viva la Gibiana
Un quart de luganiga
Un quart de luganeghen
Viva viva Giubianen”
B. Api