MONZA – Basta biscotti, croccantini e carezze per i cagnolini che da domani passeranno davanti a “Skully”, il famoso negozio di animali e di toelettatura nel quartiere Cazzaniga. Gino Ferro settimana scorsa ha abbassato definitivamente la saracinesca del suo negozio di via Boito 46, una delle toelettature più famose della città. Si è arreso alla burocrazia e alla lungaggini della giustizia italiana, distrutto anche fisicamente da quel sogno di gioventù che poi si è trasformato in un inferno burocratico.
Oggi vi raccontiamo una storia che non è a lieto fine: la storia di un uomo di 81 anni che, andato in pensione, aveva deciso di investire tempo e denaro nell’antica passione per gli animali e che a causa della legge Bersani oggi si trova sul lastrico.
Non vogliamo entrare in merito alla vicenda giudiziaria, di questo se ne sta occupando il Tribunale. Gino da anni è in causa con il toelettatore che ha aperto un negozio proprio accanto al suo e che da circa un anno si è spostato di qualche centinaio di metri più in là. Per anni al medesimo numero civico c’erano due attività uguali per servizio offerto, ma gestite e intestate a due proprietari diversi.
“Inutile le segnalazioni al Comune – ci racconta con le lacrime agli occhi, mentre un amico smonta gli arredi del negozio e mette da parte il cibo da regalare all’Enpa attraverso la raccolta organizzata da Barbara Zizza di “Monza a 4 zampe” – Ho scritto all’allora sindaco (Roberto Scanagatti, ndr), mi sono rivolto agli uffici comunali, all’Asl ma da tutti ho ricevuto la medesima risposta: si affidi a un avvocato. E così ho fatto, ma oggi a distanza di quattro anni e mezzo dall’inizio di questo inferno mi vedo costretto a chiudere: non ho più la forza di andare avanti, ho perso tanti clienti e questa vicenda mi ha fatto ammalare”.
Difficile per un uomo di 81 anni reggere alle pressioni della burocrazia e al dolore della perdita dei clienti. Gino, nato a Venezia ma ad appena 4 anni trasferitosi nel pavese, è cresciuto in una famiglia di contadini, in mezzo agli animali con i quali ha un rapporto privilegiato. Gli studi all’Istituto alberghiero, poi la Naja e l’impiego in banca. Una vita nell’agenzia dell’istituto di credito, un matrimonio felice (“Pochi giorni fa ho festeggiato i 59 anni di nozze”, ci racconta) e poi l’arrivo dell’agognata pensione.
“Non sono uno che sa stare con le mani in mano – prosegue – Così ho deciso di realizzare il sogno che fin da bambino cullavo: quello di stare a contatto con gli animali. Quindici anni fa ho aperto Skully, il nome era quello della mia bellissima dalmata. Una immensa gioia poter stare tutto il giorno tra cani e gatti: io gestivo il negozio, poi avevo diversi professionisti che si occupavano della pulizia e della toelettatura”. L’attività piano piano cresce, aumenta il giro di clientela, Gino è al settimo cielo. Fino a quando cinque anni fa, proprio accanto a lui, apre un altro toelettore. Inutile le segnalazioni in Comune, la legge Bersani non perdona: c’è la libertà di mercato.
“Ma in questo caso ci voleva un po’ più di buon senso – continua – Per me è stato un tracollo, non solo economico, ma anche emotivo. C’erano vecchi clienti che passavano accanto al mio negozio abbassando lo sguardo, altri che non mi salutavano più. Sono anche finito in ospedale, la mia salute ha iniziato a vacillare. Ma sono andato avanti, solo ed esclusivamente per il bene degli animali”.
C’è tanta tenerezza negli occhi e nelle parole di Gino quando parla dei suoi amati amici a quattro zampe. Quando prende in braccio la sua Titty, una dolcissima meticcia che hanno abbandonato nel 2006, a poche settimane di vita, davanti al suo negozio.
“Gli animali non tradiscono, gli animali sono sinceri – ricorda asciugandosi le lacrime – Sono un uomo che ha investito i risparmi di una vita in un sogno, che a causa della mal burocrazia si è trasformato in un incubo”.
La disperazione è profonda, ma Gino non aveva altra scelta. “Adesso devo pensare a me stesso e a mia moglie – conclude – Ma l’amore per gli animali proseguirà. È nel mio dna: ho un rapporto straordinario con i cani e con i gatti che mi venivano lasciati anche in pensione. Da me si avvicinano anche cani aggressivi: si fanno accarezzare. Ma adesso per loro non ho più biscottini: Skully ormai ha chiuso i battenti”.