Gioielli artistici moderni: le due grandi tele religiose dei pittori Negri e Azzoni

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Gioielli artistici moderni: le due grandi tele religiose di Negri e Azzoni

SOVICO – In questi giorni di festa concedetevi un momento dedicato al bello e alla fede. Di gioielli artistici nella nostra Brianza ce ne sono parecchi: antichi, antichissimi. Ma anche moderni e realizzati per mano e per cuore di artisti del territorio.

In questi giorni in cui si celebra la Natività di Gesù vi invitiamo ad ammirare due opere che invece rievocano temi pasquali, due tele di oltre tre metri per tre ciascuna realizzate nel 2015 dai pittori monzesi Enrico Negri e Giordano Azzoni e donate alla chiesa parrocchiale Cristo Re di Sovico. Mesi di studio, progettazione e realizzazione quelle che hanno visto protagonisti i due pittori monzesi che, accomunati da una profonda amicizia e sintonia artistica, pur non utilizzando la stessa tecnica, hanno dato vita a due bellissime opere: “La cena di Emmaus” e “Il sepolcro con le pie donne”.

È lo stesso Negri che con orgoglio prima ce le racconta e poi ce le mostra. Due opere che svettano nella chiesa di Sovico proprio davanti a due quadri, altrettanto grandi, e realizzati nel Settecento.

“È stata una sfida – racconta – Confrontarsi con due opere antiche, senza stonare, ma al tempo stesso realizzando due quadri moderni e dai colori brillanti”. Per prima cosa lo studio e la presentazione di diversi temi con i relativi bozzetti da sottoporre al parroco, poi la scelta del sacerdote delle due tele da realizzare e infine, prima ancora di mettersi al lavoro, la grande difficoltà di trovare tele così grandi. Ma la provvidenza ha guardato dalla parte dei due pittori monzesi che in Toscana hanno trovato il residuo di una tela di oltre 7 metri che faceva al caso loro.

“È stata un’avventura intensa ed appassionante – ha proseguito Negri – Tre mesi di incessante lavoro, con due tecniche diverse dove però il pennello di uno era complementare a quello dell’altro”. Il pennello liscio del Negri, accanto a quello spatolato dell’Azzoni, i volti del primo perfettamente incastonati nella prospettiva del secondo, il tutto abbinato a colori vivaci ed intensi che per nulla stonano con quelli delle opere di ormai quattro secoli fa che sono presenti nella chiesa.

Opere che trasmettono lo stupore e la disperazione delle donne che arrivate al sepolcro non trovano il corpo di Gesù, mentre quell’angelo senza (volutamente) ali mostra il sudario vuoto. Personaggi che emergono quasi in modo tridimensionale da quella bellissima scalinata che conduce al sepolcro. Ma altrettanto intenso il volto dei due commensali, che al momento dello spezzare del pane comprendono di trovarsi di fronte al Messia. In un’opera dove la prospettiva la fa ancora da padrona, intensa e profonda ammirando l’opera da diverse angolature.

Con la gioia, per i due pittori monzesi, di aver portato un contributo della loro arte, di aver donato ai fedeli brianzoli di oggi e domani la loro interpretazione della fede.

B. Api

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