MONZA – “Con i nostri vent’anni di attività associativa e impegno nel promuovere la qualità della vita e l’innovazione a Monza, salutiamo con favore l’apertura del “tavolo per lo sviluppo della città” organizzato dall’Amministrazione comunale, tavolo “aperto” al quale non siamo stati comunque invitati”.
Questo il primo commento dell’associazione “HQ Monza” all’indomani dell’incontro promosso dalla Giunta Allevi. Con l’auspicio che la città (e i cittadini) superino l’ormai obsoleta idea che Monza non ha bisogno di nient’altro avendo già il suo amato Parco.
Per i componenti di “HQ Monza”, invece, la città di Teodolinda, ha bisogno di molto di più.
“Allo slogan “stop al consumo di suolo” noi opponiamo da tempo l’invito “Monza deve recuperare suolo” – precisano nel comunicato stampa – La soluzione non è bloccare l’attività edilizia, uno dei cardini di una città viva, ma promuovere una rapida sistemazione delle molte aree dimesse secondo una logica moderna adatta alle aree densamente abitate”.
Non solo parole, ma anche un progetto preciso. “Si consenta di costruire in verticale, 20 o 30 piani sopra e 3 o 4 sotto, su porzioni ridotte, recuperando quindi a verde la totalità del rimanente, da restituire alla gente”, precisano.
Accanto a un rilancio dell’edilizia l’associazione affianca anche un rilancio dei servizi per rendere la città sempre più appetibile anche da un punto di vista della qualità della vita.
“Monza ha bisogno di servizi efficienti e moderni per la mobilità delle persone, delle cose e delle idee – precisano nel comunicato – Per le persone: l’asse di forza di una linea metropolitana e la ramificazione distribuita e flessibile di bus piccoli elettrici, magari – perché no – on demand. Per le merci: un piano e una rete logistica che soddisfino le esigenze dell’e-commerce in crescita e del piccolo commercio qualitativo di prossimità, razionalizzando quindi la distribuzione a vantaggio anche della riduzione del traffico e dell’inquinamento. Per le idee: una rete fissa di telecomunicazione in vera banda ultralarga, oggi in parte in fase di sviluppo (ma con troppe incognite), integrata da vantaggi fiscali e agevolazioni concessi per il cablaggio interno degli edifici, vecchi e nuovi”.
Tanto green, come nelle grandi città soprattutto della mittle Europa. Il Parco da solo non basta. Da qui la proposta “la città ha soprattutto bisogno che le aree oggi teoricamente destinate a verde vengano trasformate in veri parchi urbani e veri parchi agricoli. Da decenni sono invece aree in stato di degrado e abbandono. Andrebbero varate iniziative e agevolazioni perché venissero ripulite, coltivate, utilizzate. Andrebbero anche eseguite verifiche sull’effettiva operatività delle aziende agricole (che in molti casi percepiscono sussidi statali). E poi la nostra città ha bisogno che i costruttori facciano un balzo di qualità, magari convinti da agevolazioni concrete, verso la realizzazione di veri green buildings”. Promuovendo anche l’installazione di pannelli fotovoltaici e di impianti geotermici.
Difficile che per quest’anno Babbo Natale trasformi Monza in una città verde, accogliente e soprattutto invitante. L’augurio è che, passo dopo passo, la città di Teodolinda si allinei con le grandi città europee.