Fresco, dal colore vivace e accattivante. Un profumo unico e inimitabile. Familiare.
E’ lui, il Basilico.
Questa piantina verde, facilmente reperibile praticamente ovunque al giorno d’oggi, anche al supermercato, è tra le più conosciute e apprezzate.
Sì, perchè il Basilico è proprio una di quelle piante che non occupano soltanto un posto d’onore nel nostro orticello, o sul balcone di casa. Il Basilico detiene una posizione speciale nei nostri ricordi.
Il Basilico è l’aroma dell’estate, del sole caldo e cocente, è il profumo di un soffio di vento che si insinua tra le foglie. E’ l’inebriante sapore degli spaghetti al pomodoro fatti in casa. E’ lo stupore unico e straordinario che solo qualcosa di semplice, ma quasi perfetto, sa regalare.
E’ il rumore dei passi del nonno nell’orto, il profumo delle sue mani misto a quello della terra. E’ il ricordo lontano ma ancora nitido, come una fotografia scattata a perenne memoria, di interi pomeriggi trascorsi all’aria aperta. Quell’aria buona e sana, quella di famiglia, quella che ricorda l’estate e richiama la fanciullezza.
E’ il verde acceso e intenso che risveglia la natura. L’aroma che riporta la mente al terreno, alle origini, a un’entusiasmante catarsi.
Basilico significa pasti cucinati velocemente ma assaporati prendendoci tutto il tempo necessario. Il sapore di quelle cene frugali che sanno di casa, e che portano con sé le onde del mare e i raggi del sole.
L’aromatica e diffusissima piantina di Basilico, che oggi basta posare in un vaso sul pianale della cucina per farla nostra, nasce originaramente non proprio vicino a noi, in Asia. E dall’antico oriente ha trasportato e diffuso il suo incantevole profumo in tutta Europa. Dal greco basìlikos, ovvero “degno di un re”, “regale”, la pianta verde speranza porta un nome che più adatto non poteva essere.
Il Basilico, in effetti, è regale nell’aspetto, nel verde intenso delle sue foglie; nel profumo, con quella nota di oriente e di salsedine, di terra e di cielo terso; e nella sua delicatezza. Le foglie del Basilico, infatti, vanno trattate e maneggiate con cura, mai tagliate con un coltello o con le forbici, ma strappate delicatamente con le dita e, inoltre, prima di essere utilizzate per qualsiasi preparazione culinaria, devono essere sciacquate e asciugate con delicatezza, facendo attenzione a non strapazzarle troppo.
Insomma, il Basilico e le sue foglioline richiedono e meritano proprio la stessa devozione di un re!
Basti pensare, che gli antichi greci e romani erano soliti urlare il nome della pianta rivolti verso il cielo, poiché erano convinti che altrimenti nulla sarebbe cresciuto dai semi del Basilico. In questo antico grido al cielo, vi era probabilmente già racchiusa l’essenza regale, quasi divina, della pianta.
Vi ricordate di Lisabetta da Messina, protagonista di una delle novelle del Decameron di Boccaccio? La fanciulla, vittima di un amore non approvato, si ritrovò a custodire amorevolmente la testa dell’amato, assassinato dai suoi stessi fratelli. La giovane innamorata seppellì la testa del proprio amato in un vaso riempito con cura di terra e irrigato quotidianamente dalle lacrime della poveretta. Ebbene, da questo vaso nacque proprio una pianta di Basilico.
In Egitto, era tradizione offrire agli invitati ad un ricevimento di nozze, una piantina di Basilico, come segno di buon auspicio. Inoltre, se una fanciulla esponeva sul proprio balcone un vaso di Basilico, il messaggio era chiaro: quest’ultima era pronta ad innamorarsi.
Il Basilico.
Verde come la speranza che soltanto il vero amore riesce a infondere.
Aromatico e profumato come solo il vento della passione e dell’innamoramento sa soffiare nel cuore.
Se strofinato sulla pelle, il Basilico mantiene distanti le zanzare e masticandone qualche foglia, regalerà un alito profumato e piacevole.
Difficile non conoscere quest’incredibile pianta. Impossibile non innamorarsene.
Una sfumatura verde a incorniciare il piatto che esce dalla cucina, tocco irrinunciabile, come il suo profumo nelle pieghe della nostra vita.
Ricordo di aromi e colori. Il Basilico. Ed è subito estate.
Francesca Motta