Il Crisantemo e l’amore che non sfiorisce

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Il Crisantemo e l'amore che non sfiorisce

Nella nostra rubrica dedicata al mondo colorato, sicuramente affascinante, ma anche altrettanto misterioso dei fiori, diamo oggi spazio al Crisantemo, un fiore che in questi giorni più che mai abbiamo visto in molte occasioni e la cui forma bombata dalla chioma rigogliosa ci capita sempre sotto agli occhi.
Dal greco chrysòs «oro» e ànthemon «fiore», il Crisantemo è il “fiore d’oro”. Un termine che ci stupisce, poiché forse poco si addice all’uso che ne facciamo: posto in un vaso a ricordo dei nostri cari defunti. Mai ci saremmo immaginati un epiteto del genere e non per la sua bellezza, quanto piuttosto per l’associazione malinconica legata alla perdita delle persone che tanto abbiamo amato.

Un Fiore d’Oro per l’amore che non sfiorisce mai

Eppure questo significato così doloroso, di perdita, di mancanza e di lutto, gli viene associato solo in Italia, negli altri paesi del mondo il Crisantemo è un fiore tutt’altro che triste.
Infatti, se per noi il Crisantemo è il “fiore dei morti”, per tutti gli altri è la “margherita dai 16 petali” regalata in occasioni di gioia e convivialità.

Non esiste un motivo particolare per cui questo fiore sia paragonato e affiancato da sempre al culto dei morti, ma la spiegazione è semplice: il Crisantemo fiorisce esattamente nei primi di novembre, proprio in concomitanza con i giorni del mese dedicati al ricordo dei cari che abbiamo perso.
Ebbene, questa correlazione non esiste affatto nelle altre culture, dove il Crisantemo acquista un significato completamente diverso e opposto a quello cattolico. In Giappone, per esempio, il Crisantemo è il fiore nazionale e non a caso viene raffigurato nei dipinti o, addirittura, nominato nelle opere letterarie. Più in generale, in Oriente i Crisantemi vengono regalati in occasione di matrimoni, comunioni e compleanni. Nel Regno Unito, inoltre, è un gradito regalo per celebrare una nascita, dunque simboleggia gioia e positività. Mentre in Australia è il fiore tipico della festa della mamma.

Il Crisantemo e l’amore che non sfiorisce

Eppure, riflettendoci attentamente, non vi è nulla di triste nel fatto che la fioritura del Crisantemo avvenga nei giorni di commemorazione dei nostri defunti. Ciò che siamo sempre stati abituati a considerare un simbolo di lutto, è in realtà un dono: il dono della natura che sboccia e rinasce. Non è un caso che, mentre noi esseri umani piangiamo i nostri cari e li ricordiamo, struggendoci per averli persi per sempre, il fiore d’oro della natura si apra, invece, alla vita.
Il Crisantemo, studiato da questo punto di vista, si spoglia della veste di dolore per rivestire i propri petali di una rinnovata speranza, quella di non essere mai del tutto separati e lontani dai nostri amati persi solo in apparenza, ma sempre vivi nei nostri pensieri. E’ a questo proposito, quindi, che il Crisantemo buca la terra e sfocia alla luce del sole, per congiungerci simbolicamente con chi abbiamo smarrito. La natura in tutta la sua incantevole e magica bellezza, ci fa dono di un legame inscindibile, che nemmeno la morte può spezzare.

Il Crisantemo e l’amore che non sfiorisce

Come tutti i magnifici fiori che contornano i nostri paesaggi, anche il Crisantemo si circonda di racconti e di leggende. Una di queste, narra di una bambina che vegliava in lacrime sulla mamma in fin di vita, finchè uno spirito impietosito, vedendo la bambina tanto disperata, le comparve vicino e le porse una margherita, dicendole di darla alla Morte perché gli spiriti avevano concesso a lei e sua madre di continuare a restare insieme per tanti giorni quanti erano i petali del fiore. Quando lo spirito scomparve, la bambina con molta cura e delicatezza, facendo attenzione a non staccarli dal pistillo, iniziò a ridurre i petali in striscioline sottilissime e così, quando giunse la Morte, le consegnò il fiore dall’infinito numero di petali. Allora la Morte decise di non portar via la donna e disse alla bambina che anche lei le avrebbe fatto un dono: concedere a lei e alla sua mamma di passare insieme tanti anni quanti erano i petali del fiore, e detto ciò se ne andò.
Quanto raccontato in questa leggenda è una chiara prova del legame che unisce il Crisantemo non solo con il culto dei defunti, ma anche con il mondo dei morti. Si tratta, però, di un riferimento carico di speranza, che si fa anche simbolo dell’amore che ci unisce sempre, prima e dopo la morte.

E a proposito di amore, esiste anche un’altra leggenda che fa riferimento in primo luogo al Crisantemo come metafora del sentimento romantico che lega gli innamorati. Questa storia ci parla, infatti, di un soldato che tagliuzzò e moltiplicò i petali di un Crisantemo per prolungare i giorni di licenza con la sua amata.

Il Crisantemo e l’amore che non sfiorisce

Come molti sono i significati attribuibili al fiore, così anche i suoi colori offrono una gamma di sfumature riconducibili a significati differenti. Partiamo con il Crisantemo bianco che in Italia significa dolore e lutto, mentre nel resto del mondo è espressione di amore innocente e sincero e di onestà. Il Crisantemo giallo, invece, che simboleggia un amore trascurato, è il regalo ideale per farsi perdonare un errore. Proseguiamo con il Crisantemo rosso il quale, a sorpresa, indica proprio il classico “Ti amo”. Infine, il viola è il colore dei Crisantemi ideale per fare i migliori auguri, mentre il verde è portatore di vivacità, salute e vitalità.

Il Crisantemo e l’amore che non sfiorisce

Per concludere, non è opinabile la nostra tradizione, tutta italiana, di collegare il Crisantemo con la commemorazione dei morti; piuttosto, invece che considerarlo un simbolo di lutto e di tristezza, dovremmo pensarlo come un omaggio della natura: il fiore d’oro, emblema dell’amore che non sfiorisce mai, neppure dopo la morte.

Francesca Motta

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