Faccio una piccola premessa: sono un tecnico, non sono un politico. Non sono in campagna elettorale, non sono candidato in alcuna lista di alcun partito, non devo raccogliere consenso né voti. Quello che dico e sostengo si basa unicamente su dati oggettivi, su studi scientifici o sul ragionamento logico antitetico. Come diceva un mio valente professore: “Foffano, quando Lei sarà in grado di spiegare il concetto della relatività ai bambini delle elementari, allora potrà definirsi un esperto della materia”.
L’immigrazione è un fenomeno sociale, che nasce senza alcuna connotazione qualitativa. Può essere di aiuto allo sviluppo economico di una nazione (si veda l’America degli anni venti), se viene gestito e modulato secondo le esigenze della comunità; oppure può essere immensamente deleterio per l’equilibrio sociale della stessa (si vedano alcuni paesi nordici in questi ultimi mesi), sopratutto se viene affrontato senza alcun metodo scientifico, ma solo con molta umana carità.
Il perno della discussione, quindi, ruota unicamente attorno all’atteggiamento che assume il destinatario nei confronti del fenomeno. Un’accoglienza indiscriminata dei migranti, senza alcuna strategia di inserimento nel tessuto economico e giuridico del paese di destinazione, rischia di compromettere l’equilibrio sociale della comunità ospitante; viceversa, un blocco totale ed ermetico del fenomeno, favorirà immancabilmente lo sviluppo di tutti gli aspetti cosiddetti “devianti” del fatto, che finiranno per ritorcersi unilateralmente contro il paese destinatario del flusso.
Detto questo, molti degli eventi a cui assistiamo tutti i giorni all’interno delle nostre città, non sono altro che la manifestazione indiretta o diretta della mala-gestione del fenomeno migratorio, sia a livello locale che a livello nazionale. Per esempio: uno dei comportamenti assolutamente da evitare nella gestione dei migranti è la cosiddetta “ghettizzazione”.
Prendere gruppi di migranti e mantenerli economicamente, alloggiandoli tutti insieme in un unico appartamento, è esattamente il contrario di ciò che i sociologi di tutto il mondo suggeriscono di fare. Mi rivolgo allora alle istituzioni: perché non vi sono programmi d’inserimento e integrazione, che consentano ai migranti di effettuare lavori socialmente utili o di servizio alla comunità che li ospita? Perché si continuano a creare condomini, sobborghi, quartieri in cui queste persone vengono confinate e mantenute “sine ratio”?
E non giustifichiamoci dietro il paravento della penuria economica dilagante, perché arrivati a questo punto, signori miei, non bisognava neanche assumersi l’onere del loro ingresso in Italia.
Prima regola di un buon governo: proteggere l’equilibrio sociale della comunità che si amministra. Un governo che spalanca le porte a chiunque voglia entrare nel nostro paese, senza preoccuparsi minimamente delle motivazioni lecite o illecite per cui il migrante lo fa, è un governo che agisce contro gli interessi dei propri cittadini. Punto.
Una amministrazione che accetta passivamente la presenza di migranti sul proprio territorio, senza preoccuparsi minimamente della loro gestione, è un’amministrazione scadente che non assolve al proprio mandato. Alle istituzioni, oggi come oggi, il cittadino chiede in primis tutele e sicurezza. Perché non dimentichiamoci che un rapinatore di banche di Nairobi, difficilmente sarà un sacerdote a Roma…
Andrea FOFFANO
Docente ASCE
Docente presso ANVU-ISOPOL
Formatore accreditato presso EUPOLIS-Lombardia
Chi non condividerebbe una disamina del genere? Nulla di nuovo sotto il sole. Il problema tecnico a mio avviso è: visto l’enorme debito pubblico dove li prendiamo i soldi? Lavoro per gli economisti. In secondo luogo: senza strutture meglio chiudere le frontiere? Con che mezzi? In che modo? Uccidendoli? Lasciandoli morire in mezzo al mare? Chi non ha più nulla da perdere scavalca muri e viene a riprendersi quello che gli hanno portato via. Rassegniamoci al fatto che non si potranno fermare. Un bambino occidentale mangia 5 volte di più. Un’auto occidentale consuma benzina 50 volte di più. O ricreiamo un equilibrio o volontariamente o accadrà con la forza.
E tutto programmato; dovremmo(tutti )impedire che i paesi d origine lascino scappare queste persone ma nessuno vuole anzi hanno comandato ai pirla del mediterraneo di tenerseli stretti. (Italiota). Non siamo capaci neppure di censirli e rispedirli a casa se non hanno diritto. Hanno pagato e/o indrottinato pure quei coglioni di governanti che non solo li tengono e li pagano vanno dicendo pure in giro che se non hanno diritto poveretti non li possiamo rispedire mittente. Tanto l italiota medio ancora non percepisce il pericolo a cui andranno incontro i suoi nipoti