La chiesa di San Pietro martire, tra spiritualità e storia secolare

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MONZA – La statua del pittore Mosè Bianchi, orfana del pennello rubato e mai più trovato, è uno dei simboli della piccola piazzetta dove si affaccia timidamente la chiesa di San Pietro Martire, in via Carlo Alberto, che, stretta tra palazzi e portoni, raccoglie gelosamente una storia straordinaria fatta di silenziosi ordini monastici e spaventosi tribunali.

La costruzione dell’edificio che risale attorno agli inizi del XIV secolo e si deve ai frati domenicani arrivati qui a Monza già nel 1288 prevedeva l’ interno scandito in tre navate, lasciando svelata la nuda nervatura che, sebbene medioevale, oggi si presenta come frutto di diverse modifiche stilistiche.

L’ampio altare custodisce un coro ligneo, vero palcoscenico che trasuda storia e che ci lascia immaginare frati pregare in mistico silenzio o intonare canti in lingua latina. Sulle pareti tracce di affreschi trecenteschi probabilmente da attribuire alla scuola di Giotto, visto la resa dei corpi, delle masse e dei volumi dei personaggi ritratti.

Si riconosce la figura di un Cristo crocifisso attorniato da angeli in preda alla disperazione e visi (S. Giovanni, la Vergine o la Madonna?) in atto di sentita devozione. Sull’intonaco picconature ancora visibili come testimonianza di presenza di affreschi di periodo successivo poi tolti. Tali colpi creavo fori permettendo al nuovo intonaco di “prendere meglio”.

Il vero cuore della chiesa però è conservato nella cappella a sinistra dell’altare dove sono conservate diverse reliquie tra le quali quella di San Prospero martire, risalente al III secolo d.C. Fu ricco soldato romano martire durante le persecuzioni cristiane e il suo corpo fu traslato qui in città dalle catacombe di Sant’Agnese a Roma attorno al 1807 in occasione di una cessata epidemia di peste.

Altra “chiave” per leggere la storia della chiesa è la lastra marmorea accanto all’uscita laterale dove si parla di dame e cavalieri appartenenti ad ordini crociati che hanno difeso reliquie e Terre Sante in nome di una croce e del sangue lì versato da Gesù.

La chiesa di San Pietro martire emana silenzio sin dal suo mite chiostro ma ascoltando bene la sua storia lascia tutt’altro che indifferenti…


Stefania Castiglione

(con la collaborazione di un monzese doc)

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