I suoi caratteristici e unici nel loro genere, fiori gialli, di quel giallo acceso, vivo e brillante, solare e lucente, sono l’anticamera della primavera.
La morbidezza attraente e confortante dei suoi soffici fiorellini, piccoli batuffoli colorati, sono l’annuncio dello sbocciare della natura per un nuovo e affascinante ciclo vitale.
La Mimosa. È di lei che stiamo parlando. La pianta che per prima fiorisce in tutto il suo stellare colore, alle soglie della primavera, ancora all’imbrunire dell’inverno che si sta concludendo.
Il fiorire della Mimosa in tutta la sua lucente bellezza, è la prova che un’altra rotazione stagionale si è conclusa, proprio per farne iniziare una nuova, fatta delle gemme di una vita ancora acerba ma promettente, di colori sgargianti e variopinti, di una rinascita della natura, con tutti i suoi profumi, aromi, sentori e aspettative.
E lei è lì, uno stendardo giallo sgargiante a incitare tutta quanta la natura, ad invitarla a rinascere, a sbocciare, a vivere di nuovo. La Mimosa è l’eroina della rinascita e la paladina della primavera, di un nuovo inizio.
Ciò detto, non è un caso che sia stata scelta proprio lei come fiore simbolo delle donne e della giornata a loro dedicata.
Nel 1946 fu proprio Teresa Mattei, parlamentare comunista e ispiratrice dell’associazione femminile Unione Donne Italiane, a indire la giornata nazionale dedicata alla donna e a nominare la Mimosa come fiore simbolo di questa importante ricorrenza. E aveva scelto bene, perché è proprio questo cespuglietto tanto singolare quanto straordinariamente giallo e morbido alla vista prima ancora che al tatto, a segnare l’inizio di una nuova stagione e della rinascita della natura.
Una nuova stagione…una rinascita…era proprio questo cui la donna combattente per l’emancipazione era andata incontro. Lotte, indignazioni, ribellioni, voglia di fare valere la propria voce a tutti i costi. Conquiste, sconfitte, battaglie e, senza ombra di dubbio, cambiamenti. Cambiamenti che hanno segnato il nostro cammino nel mondo e nella società come donne. Donne che possono oggi andare a votare, essere indipendenti in tutto e per tutto, essere padrone del proprio corpo e della loro vita, e avere un ruolo in essa come madre, moglie, compagna E lavoratrice.
Cambiamenti di inizio primavera. Proprio come una Mimosa che sboccia e fiorisce in tutta la sua bellezza per dare inizio a un nuovo ciclo di stagioni e, quindi, della vita. Non esiste pianta più adatta per simboleggiare la donna e per onorare le conquiste che essa ha DOVUTO ottenere per permettere a noi, donne del XXI secolo, di essere dove e cosa siamo ora. Insomma, il simbolo perfetto per ricordare, anno dopo anno, l’inizio di quella incredibile primavera cui le donne ribelli e guerriere, nostre antenate, hanno dato inizio. E che noi ora, non solo ogni anno, ma ogni singolo giorno abbiamo il dovere di ricordare, per permetterci di continuare a combattere e a conquistare.
In realtà quella che sembra nascere come una commemorazione di vittoria, include in sé anche una realtà dolorosa persino da ricordare. L’8 marzo 1911, infatti, il proprietario di una fabbrica di New York, in seguito alle continue proteste delle sue operaie contro le condizioni in cui si trovavano a lavorare, diede fuoco all’edificio provocandone la morte. Da qui la decisione di fissare l’8 marzo come giornata della celebrazione delle donne e della lotta per la difesa dei loro diritti.
E allora ecco che dalle ceneri più tremende e brutali, dalla perdita più dolorosa e ingiusta, nasce una simbolica Mimosa.
Quel fiore così apparentemente delicato e morbido, conserva in sé una forza incredibile e inesauribile. La Mimosa, proprio per questo, è il simbolo per eccellenza della donna e della sua indole guerriera, che le permette di sbocciare ad ogni primavera con la stessa inesauribile voglia di prendere il suo ruolo nel ciclo delle stagioni.
La Mimosa, la fiera donna dei fiori.
Francesca Motta
Che bell’articolo…. delicato e forte. Non immaginavo un tale “ricco” significato per il fiore della mimosa. Un fiore che amo tanto. Grazie per tutta la spiegazione che ho profondamente assaporato. Carmen