La storia di Jasmine comincia una quindicina di anni fa.

La sua casa, per la maggior parte della sua vita, è stato un grande terreno a Besana in Brianza dove ha vissuto insieme a tantissimi cani; il loro padrone, Beppe Spinelli, conosciuto da tutti come “il Doro”, era un signora anziano che se ne prendeva cura di loro in modo molto spartano, infatti erano tutti cagnetti di piccola taglia poco abituati al contatto, poco socializzati con l’uomo, per niente abituati al guinzaglio e non avevano mai visto un veterinario in vita loro.

Una decina di anni fa, in seguito a una segnalazione di un presunto maltrattamento, l’Enpa di Monza e Brianza comincia a seguirli, visitarli e sterilizzarli. Jasmine per motivi sconosciuti vive sempre isolata dal resto del branco e anche il suo papà la considera una vera ribelle, l’unica che non riesce a gestire.

Quando Enpa inizia a occuparsi di loro, questi cagnetti erano 45, poi le adozioni dei cani più giovani e la scomparsa per motivi anagrafici dei più anziani ne hanno ridotto il numero a 19, e sono tanti quelli che nell’agosto 2013 arrivano al canile di Monza.

Jasmine è una delle più anziane e in canile mantiene fede alla sua fama di cane selvatico e diffidente che non ha nessun interesse a instaurare né con l’uomo, né con i suoi simili, alcun tipo di rapporto. Purtroppo non è solo avanti con gli anni: dopo una vita passata sempre nello stesso posto,  senza stimoli e con gli stessi compagni presenta tutte le problematiche della deprivazione sensoriale e non è per niente socializzata, tutto questo ha fatto sì che la sua permanenza in canile sia stata abbastanza lunga (1 anno e mezzo), mentre tutti i suoi compagni trovavano nel frattempo una famiglia.

La sua adozione è stata quindi una sfida che è stata vinta grazie all’amore, al tempo e alla pazienza che le sono stati riservati ma grazie anche alla sua determinazione e alla sua incredibile forza di volontà nel non lasciarsi sfuggire l’occasione di essere un cane di famiglia.

Quando è arrivata a casa Jasmine sapeva a malapena andare al guinzaglio ed era completamente dipendente da Lorena, la volontaria che l’aveva adottata e seguita in canile nei sei mesi precedenti l’adozione, era la sua ombra e aveva paura di tutte le altre figure, sia umane sia canine, all’infuori di lei.

Lei, che non era più una cucciola, ha dovuto imparare tutto: a relazionarsi con gli altri esseri umani, a stabilire un rapporto con i suoi simili che, appena arrivata a casa, la terrorizzavano, ad adattarsi ai ritmi della vita casalinga con le passeggiate a orari precisi, ad andare a spasso in mezzo al traffico e ai rumori della città.

Gli ostacoli più difficili sono stati abituarsi a stare senza la sua figura di riferimento e poi rimanere addirittura sola in casa, ha dovuto imparare a contare su se stessa con la certezza che la sua mamma c’era sempre, anche se si assentava per qualche momento.

La curiosità è sempre stata la molla che l’ha spinta ad affrontare ogni nuova esperienza in modo positivo: tra il timore del “nuovo” e la curiosità di conoscerlo, infatti, il più delle volte prevaleva quest’ultima e questo le ha permesso di diventare un cane di casa “quasi” perfetto. Oggi Jasmine vive una vita che qualche tempo fa sembrava impensabile: ha imparato a giocare e a relazionarsi in modo positivo con i suoi simili, va al guinzaglio con sicurezza, entra nei negozi, va al ristorante, segue la sua famiglia in vacanza, si fa accarezzare, scodinzola, è curiosa nei confronti degli estranei tanto che spesso prende lei l’iniziativa di andare loro incontro per avere i grattini sulla testa.

C’è voluto tempo ma a distanza di quasi tre anni dal suo ingresso in famiglia Jasmine è una cagnolina che sta vivendo il suo ultimo spicchio di vita in totale serenità, si sente amata e ha imparato a ricambiare l’amore che le viene dato.

La sua metamorfosi si è ormai completata, la cagnolina selvatica e ribelle di un tempo non c’è più e proprio dall’idea di raccontare il suo percorso è nata l’idea di scrivere un libro.

Lorena Quarta

 

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