La torre del Barbarossa: riferimento storico del comune di Seregno

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La torre del Barbarossa

La torre del Barbarossa sorge nel centro storico di Seregno, comune in provincia di Monza e Brianza, proprio nel mezzo della principale Piazza Vittorio Veneto.

Vicende storiche e avvenimenti degni di nota compongono l’atmosfera che avvolge questa altissima struttura, tanto da renderla ancora più affascinante.

Infatti, la torre civica è tradizionalmente chiamata “del Barbarossa” poiché si ritiene che sia stata voluta dall’Imperatore Federico Barbarossa in persona, detto “Il Barbarossa”, al fine di essere utilizzata come punto d’avvistamento delle truppe nemiche lungo la linea “Como-Milano” e poter schierare per tempo il suo esercito, proprio durante il periodo medioevale delle guerre contro i comuni lombardi.

L’ipotesi forse meno accattivante, ma più accreditata e con sufficienti testimonianze storiche, invece, la rinomina come torre campanaria (non più civile e militarmente strategica, dunque) dell’antica chiesa di San Vittore, demolita nel 1781 e di cui oggi rimangono ormai poche tracce.

La torre del Barbarossa, inoltre, originariamente presentava un’altezza addirittura superiore a quella odierna, solo in seguito, quando si decise di adibirla a campanile, la torre venne abbassata, anche e soprattutto per motivi tecnici-funzionali: l’aumento del numero di campane ospitate, passate dalle quattro di San Vittore alle attuali nove, non poteva più procedere parallelamente con il mantenimento dell’altezza vertiginosa della torre.

La torre del Barbarossa

La cima architettonica del Barbarossa subì un cambiamento decisivo quando, nel Quattrocento in occasione della guerra condotta da Francesco Sforza per l’occupazione di Milano, acquisì un ruolo di estrema importanza.
Nel corso della sua guerra di conquista, infatti, Francesco Sforza si servì dei campanili come punti di osservazione e come strumenti per lanciare l’allarme tra la popolazione. Pertanto, furono fortificati molti altri campanili lungo la linea Melzo-Vimercate-Carate-Seregno-Cantù.

La tradizione vuole che, al suono delle campane del campanile di ogni borgo, tutti abbandonassero le proprie attività, uscissero dalle loro abitazioni e, appositamente vestiti di ferro ed armati principalmente con mezzi di fortuna, corressero nella piazza principale, così da poter ascoltare i comizi e, qualora si rivelasse necessario, per correre a combattere contro i nemici in difesa della patria.
A questo proposito, al fine di garantire una veloce propagazione del messaggio di pericolo in tutto il territorio brianzolo, ci si serviva di tutte le principali torri campanarie, soprattutto di quelle ubicate nei luoghi maggiormente significativi e strategici.

Ma non è tutto, perchè i campanili citati avevano anche il compito di diffondere i rintocchi ai campanili più piccoli presenti in ogni borgata.
Da qui sembra nascere l’espressione “Campanone della Brianza”, riferendosi al quasi contemporaneo suono delle campane delle principali torri campanarie della Brianza, quasi a creare un’unica enorme e suggestiva campana segnalante il pericolo.

Dunque, in questa fase, la torre di Seregno potrebbe aver assunto quell’aspetto “guelfizzante” che ha lasciato perplessi gli storici dell’arte che l’avevano sempre fatta risalire con convinzione al secolo XII, cioè all’età del Barbarossa.

Attualmente, la torre del Barbarossa è di proprietà del Comune di Seregno, il quale, a partire dal 1990, ha provveduto a sottoporla ad un restauro tecnico e conservativo.
Nel luglio del 1997, una volta concluse le operazioni di recupero, le nove antiche campane della torre sono state riposizionate nella cella campanaria e, nel settembre del medesimo anno, l’allora arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini, inaugurò ufficialmente la torre avviando il concerto delle campane.

La torre del Barbarossa

Quindi, qualunque sia l’ipotesi più attendibile e, di conseguenza, il ruolo storico più incisivo che ha assunto la torre del Barbarossa, quest’ultima è stata, e rimane tuttora, il punto di riferimento della località di Seregno.
Un segno indelebile e tangibile del passaggio del tempo e della trasformazione che il suolo e la popolazione ha inevitabilmente subito.

La torre del Barbarossa si erge, in tutta la sua vertiginosa altezza, come un faro nella notte che con la sua luce guida le imbarcazioni e le fa giungere sane e salve al porto. Ecco, in modo analogo, la storica torre di Seregno è il simbolo che ci riconduce al nostro passato. Un passato fatto di lotte per l’indipendenza dei comuni, di coraggio, di tenacia, di combattimenti, di rivendicazione del territorio; un passato fatto di spade e di armature decisamente poco robuste, di ideali e di convinzioni; un passato di suoni, di campane a festa, di un unico enorme rintocco. Un passato, quello della torre del Barbarossa, che è nostro e che si innalza maestoso verso il cielo, un monito al ricordo e alla celebrazione.

Francesca Motta

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