Cresce laddove trova terreno favorevole il fiore di Achillea, non è molto pretenzioso, gli basta un suolo leggermente umido, ma nemmeno troppo, che subito ne fa la sua casa. Ed è così che la si trova ai margini stradali, lungo viottoli e addirittura in prossimità dei binari ferroviari. Eccola, l’Achillea che spunta sotto il nostro sguardo proprio dove meno ce lo aspetteremmo, con i suoi fiorellini che si aprono a ombrello. Dal classico colore bianco, al rosa, al rosso porpora, fino al giallo limone oppure dorato, per finire con l’arancione: le infiorescenze dell’Achillea sono una tavolozza di sfumature spettacolari, un dipinto della natura nato dalle loro stesse tinture.
Un fiore non solo bello, ma anche utile e…mitologico
Narra la leggenda mitologica che Achille seguendo il consiglio del centauro Chirone, esperto di arti, scienze e medicina, usò l’Achillea Millefolium per curare e guarire le ferite dell’amico Telefo e di tutti i suoi soldati durante la guerra di Troia.
Un altro celebre episodio che nasce dal mito, ci parla invece della madre di Achille, Teti, che lo immerse nel fiume Stige per renderlo invulnerabile. Questa è la variante certamente più nota della storia dell’impavido guerriero, ma esiste anche la versione che racconta che la madre immerse Achille in una vasca contenente un’infusione di Achillea. Proprio questo fiore, quindi, lo avrebbe protetto dalle perdite di sangue su tutto il corpo, tranne che dal tallone per il quale Teti lo sosteneva.
Achille…Achillea…dal mito, dalla leggenda, dalle gesta eroiche di uno dei più grandi protagonisti dello scenario omerico, e addirittura dall’atto primordiale stesso che fece di Achille il guerriero invincibile che ricordiamo…che prende il suo nome l’Achillea, il fiore di Achille.
La leggenda, inoltre, ha un fondo di verità assoluta in quanto la pianta è da sempre stata ritenuta un’erba medicinale di eccellenza, conosciuta e utilizzata nel corso dei secoli per le sue proprietà curative. Il succo fresco dell’Achillea, infatti, applicato sulle ferite agisce come disinfettante e antiemorragico.
Consapevoli delle sue qualità, i contadini in passato avevano l’abitudine di portare con sè alcuni gambi del fiore, in modo da poterlo avere a disposizione in caso di piccole ferite durante il lavoro. Nella medicina moderna, l’estratto della pianta viene ancora oggi utilizzato per via del suo potere coagulante.
Dal passato mitologico, a quello storico, fino ai giorni nostri l’Achillea è il fiore che è sempre accorso in nostro aiuto per lenire le nostre ferite e curarle. Un fiore che è un po’ un angelo custode, dunque, e se lo si osserva bene la sua stessa forma ci ricorda la sua natura protettiva: un lungo gambo che culmina in una serie di piccoli fiori stretti tra di loro a formare un ombrello, una riproduzione in miniatura di quella cupola protettiva che vuole essere l’Achillea con le sue proprietà curative, atte a lenire le nostre sofferenze e a proteggerci.
L’Achillea, una protezione donataci dalla natura che affonda le sue radici direttamente nel mondo del mito.
Tra ferite e campi di battaglia, sboccia l’Achillea
Il nome completo del fiore, è bene ricordarlo, è Achillea Millefolium e se “Achillea” è un diretto collegamento con l’eroe mitologico, “Millefolium” invece è riconducibile alla forma delle sue foglie profondamente frastagliate.
Nel linguaggio dei fiori, l’Achillea purtroppo non ha un significato piacevolissimo, in stretta connessione con la sua discendenza dal mito, infatti, si tende a trascurare il potere curativo e positivo del fiore stesso, rifacendosi piuttosto alla sua costante presenza sui campi di battaglia. Pertanto, l’Achillea è simbolo di dolore e di guerra.
Fortunatamente, però, esiste anche una variante più “romantica” del suo significato: usato per rimarginare le ferite, il fiore viene così associato anche alle ferite di un cuore spezzato, a quei dispiaceri amorosi che il succo dell’Achillea è in grado di curare. Dunque, in aggiunta al significato precedente, l’Achillea diventa anche l’emblema dell’amore lacerato e ricucito, di un cuore che ritrova la serenità.
Sembra impossibile non notare quel filo invisibile, ma percepibile, che collega il fiore all’eroico Achille. Come il guerriero del mito utilizzava l’Achillea per curare i suoi compagni di battaglia, così il fiore che porta il suo nome allunga il suo gambo verso di noi, per proteggerci e rimarginare le nostre ferite.
La variopinta Achillea, il fiore dell’eroe.
Francesca Motta