Yoga e meditazione… Corriamo alla ricerca di amuleti, portafortuna, qualcosa che possa attirare eventi positivi nella nostra vita. Nelle sale cinematografiche i vari Harry Potter hanno spopolato e questo perché in fondo, ognuno di noi, inconsciamente, è alla ricerca di quella magia, quel qualcosa che rende tutto più facile e più veloce.
Diciamolo! Chi non ha mai desiderato segretamente che un suo problema svanisse così, quasi per incanto? Quante volte avremmo desiderato una bacchetta magica che potesse dissolvere all’istante il nostro dolore, quando questo grida forte? Ecco che allora l’era della new age ha creato soluzioni facili facendo leva sulle nostre paure. Ha creato con maestria illusioni impacchettate con nastri colorati e vistosi, promettendoci un futuro radioso a persone fragili, spezzate dal dolore, le quali finiscono per comprare, speranzose, un futuro che non c’è. E’ così che ci siamo allontanati dal Cuore. Abbiamo smesso di ascoltare la nostra voce interiore per riempirci del grido assordante di un mondo che ci vuole inseriti in uno schema ben preciso: ridiamo piano, respiriamo forte, controlliamo ogni impulso. Abbiamo permesso che altri scegliessero persino il tono della nostra risata. E il tempo delle nostre lacrime. E il luogo.
Al di là del ruolo che rivestiamo nella società e che ci impone, necessariamente, di indossare una maschera inerente al ruolo che svolgiamo, noi abbiamo del tempo libero. Chi siamo noi, in quel momento? Se dovessi fare una caricatura dell’essere umano disegnerei un uomo che esce di casa in piena estate, sotto il sole cocente, indossando un cappotto sull’Anima, ignaro del fatto che l’Anima balla nuda. Abbiamo paura e ogni volta in cui questa paura ci assale noi ci isoliamo, ci chiudiamo, creiamo una barriera protettiva attorno a noi. Aprirsi potrebbe schiudere una finestra su un altro angolo di mondo. Potremmo, per esempio, scoprire che quel problema, si, proprio quello, quello che ci vergognavamo a raccontare persino a noi stessi, quel problema così “mostruoso” ai nostri occhi, ebbene, quel problema ce l’hanno altri sei miliardi di persone. Come possiamo allora temere il giudizio nel momento in cui ci accorgiamo che tutti vivono le stesse paure, pervasi dallo stesso desiderio di libertà?
Ci vergogniamo delle stesse cose, balliamo come dervisci attorno alle stesse paure, nascoste sotto abiti diversi. L’essere umano è l’unica creatura che si vergogna di essere ciò che è. Una rosa non vorrebbe essere una farfalla, ma l’uomo si, vuole sempre essere qualcun altro, mentre quel qualcun altro, nel frattempo, vorrebbe essere noi. Allora io tolgo il cappotto e lascio che l’Anima giri nuda per le strade. Questo è Yoga. Questa è Meditazione. Non mi piace definire le cose perché la definizione crea dei confini, quando la vita è tutto un susseguirsi di eventi che escono dalle righe. Tuttavia, abbiamo bisogno del linguaggio per comunicare e se proprio devo definire lo Yoga o la Meditazione, quale altra metafora potrei usare se non “un ritorno all’infanzia”? Così come lo scultore prende lo scalpello e toglie continuamente finché da un blocco di marmo estrae l’uomo, così, attraverso lo Yoga e la Meditazione noi togliamo ininterrottamente convinzioni, pensieri, attaccamenti: uno scalpello per la mente al fine di estrarre la parte più bella e più vera di noi.
Bellissimo articolo Surya,
Aggiungo anche a tutti quelli che pensano “si ma non è facile, la società ci impone delle maschere ecc…”: almeno proviamoci…a piccoli passi, meditiamo, facciamo yoga, stiamo in gruppo…togliamo ogni volta un petalo e apriamoci alla gioia, anche quella più nascosta.
Esatto Stefania e Surya, dobbiamo assolutamente trovare dei momenti per metterci a nudo, almeno durante la meditazione, per ritornare alle origini e sentirci meglio, sana introspezione per accettarci come fanno i fiori e le farfalle, gioire di ciò che siamo.
Si, un passo alla volta… almeno nei momenti che trascorriamo con noi stessi. Si sa che il cambiamento non è mai facile, ma è possibile. “Possibile” è una bella parola, è una chiave che apre molte porte e ti permette di provarci. Difficile chiude, contrae. Possibile apre ed espande. Il possibile respira. Grazie Stefania, con tutto il Cuore.
surya
“Come fanno i fiori e le farfalle”. Bellissimo! A volte basterebbe rotolarsi nell’erba e ritornare a giocare un po’. Viviamo di ruoli, quindi pensiamo che essere adulti significhi rinunciare al gioco. Riporto una frase di natyan che si inserisce molto bene in questo contesto: “essere seri ed essere profondi sono due cose ben diverse; la persona seria è rigida, come un punto esclamativo, mentre la persona profonda è flessibile, come un punto di domanda”. La profondità celebra la vita in tutte le sue forme. Grazie di Cuore per il Tuo commento cara Giulia
E se quando ho finito di scalpellare non trovo più niente?
Non trovare niente potrebbe essere una grande fortuna. Se una stanza è vuota la posso riempire con ciò che voglio ma se è già occupata posso fare ben poco. O meglio, ho un gran lavoro da fare per creare spazio o riorganizzare quello che c’è. Un detto Zen dice che si aprono porte e finestre per fare una stanza ma l’utilità della stanza sta proprio dove non c’è nulla. Si plasma l’argilla per farne un recipiente ma il recipiente è utile proprio per il vuoto al suo interno. Credo che esprima molto bene il concetto di vuoto, o di nulla, al quale attribuiamo spesso un significato negativo Grazie di Cuore per la tua riflessione qohelet