Laser al San Gerardo: una tecnologia innovativa che migliora l’efficacia del trattamento della fibrillazione atriale (FA): il San Gerardo ancora una volta è il primo ospedale pubblico in Italia ad utilizzare il sistema HeartLight Excalibur.
“Si tratta di un trattamento che permette l’isolamento delle vene polmonari mediante la tecnologia laser, un modo per migliorare la sicurezza del paziente”, spiega il dott. Giovanni Rovaris, Responsabile dell’Elettrofisiologia del San Gerardo di Monza. Con circa 400.000 pazienti in Italia e 60mila nuovi casi ogni anno, la fibrillazione atriale è il disturbo del ritmo cardiaco più diffuso nella popolazione e rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio per l’ictus. Chi soffre di fibrillazione atriale sente il ritmo del cuore diventare accelerato, caotico, e può provare palpitazioni, stordimento, fiato corto, difficoltà respiratorie. Talvolta il disturbo è asintomatico, e il paziente si ritrova a convivere con un rischio trombo-embolico elevato senza saperlo.
Rispetto ai sistemi oggi in uso il nuovo sistema che utilizza energia laser (energia luminosa) è rapido e flessibile e non richiede contatto.
HeartLight Excalibur è costituito da uno speciale catetere a pallone che si può gonfiare e sgonfiare, per assumere le dimensioni di una pallina che si posiziona in prossimità degli osti delle vene polmonari. Grazie ad un endoscopio interno permette all’operatore la visualizzazione reale del tessuto del cuore del paziente. In pochi minuti, attraverso l’emissione della luce laser, guidata per via endoscopica e senza alcun contatto con il tessuto, la vena viene isolata elettricamente in modo estremamente preciso e permettendo la completa visualizzazione della lesione sul tessuto cardiaco.
La possibilità di visualizzare completamente e precisamente le diverse strutture cardiache e vascolari permette all’operatore di essere sicuro e preciso.
“Riusciamo a individuare in quali punti esattamente vogliamo applicare l’energia laser per eseguire l’ablazione, con grande precisione – prosegue Rovaris -. Non di rado accade che l’aritmia possa tornare a causa della difficoltà anatomiche nell’eseguire una lesione stabile nel tempo. Grazie alla precisione dell’energia laser, è possibile effettuare un’ablazione con una maggiore sicurezza nell’eliminare definitivamente le cellule che provocano l’aritmia”.
“Abbiamo eseguito i primi casi di laser al San Gerardo con ottimi risultati – conclude Rovaris – e siamo entusiasti delle possibilità che offre il nuovo dispositivo per migliorare il trattamento di una malattia così complessa e invalidante. Con questa acquisizione tecnologica, la nostra esperienza si completa”.