Una delle domande più frequenti ai Corsi di PNF-Diventa Consulente Filosofico:
“Perché è così difficile abbandonare una propria convinzione anche se esistono dimostrazioni lampanti del suo contrario?”
Non lo è sicuramente per un logico poiché è, da sempre, abituato alle confutazioni. Lo è invece, e pure molto, per chi ama i dogmi e le dottrine di qualunque genere.
Quelle che seguono sono le cinque fasi del dolore provocato dalla delusione nel momento in cui viene fatta vacillare una credenza che pareva inattaccabile.
- Negazione (inizialmente il totale rifiuto a priori)
- Rabbia (ci si ritiene attaccati anziché valutare il tutto come semplice opinione contraria)
- Negoziazione (si tenta di salvare in qualche modo il proprio dogma formulando concetti che potrebbero renderlo valido anche se evidentemente falso)
- Depressione/Demoralizzazione (se si prende atto che il proprio dogma è stato inesorabilmente abbattuto)
- Accettazione (se la ragione ha preso il sopravvento sulla “pancia”, sull’emotività)
A ben guardare, queste cinque fasi, si esplicano anche nella Vita di tutti i giorni, quando dobbiamo accettare realtà familiari o sociali che più non si confanno alle nostre aspettative.
Cosa fare per soffrire il meno possibile?
Una cosa difficilissima: Evitare di cadere nel punto uno e saltare subito al punto cinque, ma l’impresa è davvero ardua quando non desideriamo accettare realtà che non ci piacciono.
Per certe persone l’imperativo è negare ad oltranza, proprio per evitare di soffrire.
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