Negli ultimi anni, il pellet è diventato uno dei combustibili più utilizzati dagli italiani, proprio per i numerosi vantaggi che offre: in primo luogo per gli indici di risparmio e riduzione dei consumi e, conseguentemente, dei costi del riscaldamento della propria abitazione. Installare una stufa a pellet in casa risulta, pertanto, una scelta non solo economica, ma anche ecologica.
Tuttavia, seppur l’utilizzo di stufe a pellet sia di gran lunga più economico rispetto ai tradizionali metodi di riscaldamento a caldaia, molti sono i prodotti di scarsa qualità che si possono trovare in commercio. Per questo motivo, è necessario chiarire i criteri di qualità che il prodotto deve rispettare e che garantiscono la scelta di un materiale dalle elevate prestazioni e bassi consumi.
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Caratteristiche pellet di qualità
Conoscere le caratteristiche del pellet di qualità significa conoscere i requisiti che garantiscano le migliori prestazioni di questo metodo di riscaldamento alternativo, economico ed ecologico. Solo il pellet di qualità, infatti, assicura risparmio di tempo e denaro sia sulla pulizia sia sulla manutenzione della stufa, nonché la sicurezza di acquistare materiale non nocivo e sicuro per sé stessi e la propria famiglia.
Per stabilire la qualità del pellet, sono state introdotte a livello normativo le classi di qualità (A1, A2 e B) in base alle sue caratteristiche fisiche e chimiche. Le classi A1 e A2 certificano la qualità più elevata di un prodotto, che non è stato trattato chimicamente e deriva da legno vergine. Al contrario, il pellet che invece è catalogato secondo la classe B deriva da legno trattato chimicamente.
Più in generale, i fattori che orientano la valutazione del pellet in base alle classi predette sono:
- Contenuto di ceneri: un alto contenuto di ceneri produce come effetto negativo un aumento della produzione di polveri nella combustione e un conseguente aumento della frequenza di pulizia della stufa. Scegliere una qualità di pellet a basso contenuto di ceneri garantisce un miglioramento delle condizioni di pulizia della stufa.
- Quantità di segatura nel sacchetto: scegliere pellet con quantità basse di segatura garantisce una maggior pulizia della stufa. Infatti, la segatura sbriciolandosi e sfaldandosi facilmente tende a ridursi in piccoli brandelli che intaccano il corretto funzionamento della stufa.
Inoltre, per assicurarsi pellet di qualità è bene controllare le etichette, tenendo in considerazione il potere calorifico, ovvero la capacità termica che è in grado di produrre che dovrebbero aggirarsi intorno a 4,5 a 5,5 kWh/kg, e la percentuale di umidità che non deve superare l’8%, in quanto, con l’aumentare della percentuale di umidità diminuisce il potere calorifico.
Infine, un altro metodo di valutazione della qualità del pellet riguarda il suo aspetto: oltre a controllare l’integrità della confezione, che non deve essere compromessa, in quanto le prestazioni del pellet possono essere messe a rischio dall’umidità, è necessario che la sua misura non superi i 30 mm e che la sua forma sia cilindrica, uniforme e regolare.
Problemi causati da un pellet scadente
Saper riconoscere le caratteristiche di un pellet di alta qualità da uno più scadente è fondamentale nella scelta del combustibile più adatto alla vostra stufa.
Sempre più persone si avvicinano al mondo del pellet, convinti dai vantaggi per l’ambiente che questo combustibile genera. Spesso, con l’obiettivo di risparmiare, si rischia di trovare in commercio materiali scadenti, che possono creare disagi non solo a livello della combustione, ma anche nella manutenzione dell’apparecchio.
Riconoscere un pellet scadente già ad occhio nudo è possibile: ad esempio, se supera i 30 mm di lunghezza e presenta una superficie irregolare è di qualità bassa; di conseguenza esso creerà molto probabilmente vuoti all’interno della coclea, creando disfunzioni nel sistema che trasporta il pellet dal serbatoio al focolare.
Le conseguenze legate all’utilizzo di un pellet di bassa qualità sono:
- Intasamento del braciere: se la qualità del pellet è dubbia, la probabilità che rilasci residui è molto alta: l’accumulo di residui a sua volta provoca l’intasamento del braciere, da cui deriva una pessima combustione;
- Sviluppo inferiore di calore: una cattiva combustione e un basso potere calorifico impone all’apparecchio di funzionare alla massima potenza: ciò provoca in primis una maggiore usura e l’utilizzo di una quantità maggiore di combustibile invano;
- Alta percentuale di umidità: il pellet umido non è in grado di produrre sufficiente calore. Infatti, un’alta percentuale di umidità riduce la capacità calorifica del pellet.
- Annerimento del vetro della stufa: provoca un effetto decisamente antiestetico, che costringerà una pulizia più frequente della stufa.
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