Il gruppo ha appena compiuto 10 anni: in un’intervista al Corriere della Sera il chitarrista e direttore artistico, Massimo Latronico, si è detto “molto orgoglioso dei traguardi raggiunti”. Orgoglio misto a stupore per aver superato il primo decennio: “Non è stato facile – ha aggiunto – portare avanti questo progetto. L’orchestra è figlia di un periodo storico e in quanto tale si è dovuta e si deve continuamente relazionare con la politica e con leggi come la Bossi-Fini. Abbiamo incontrato ostacoli, per esempio per il rinnovo del permesso di soggiorno di alcuni musicisti, ma il bilancio è positivo: credo che il lavoro svolto abbia contribuito alla costruzione di un immaginario diverso, basato sul concetto di integrazione”.
La musica necessariamente risente della mescolanza delle origini e delle culture dei musicisti. Ciascuno porta un pezzo del proprio stile. “Ogni componente – spiegano – si è messo in gioco per creare un linguaggio comune basato sullo scambio e la contaminazione. Il luogo fisico dell’incontro è stato davvero via Padova, la via più multietnica di Milano, dove molti musicisti abitano o lavorano tuttora”. L’Orchestra di Via Padova è un esempio di fratellanza da seguire. Noi italiani siamo stati migranti e lo siamo tuttora, accogliere chi arriva da lontano dovrebbe essere una nostra priorità”.
Il costo del biglietto, posto unico, è di 12 euro.