La nostra variopinta rubrica che vi porta alla scoperta del mondo dei fiori e delle piante, vi condurrà oggi dall’Edera. Una pianta che, personalmente, trovo molto affascinante. Capace di crescere in qualsiasi luogo e situazione, all’aperto e in condizioni favorevoli, oppure all’interno delle mura dei nostri appartamenti, oppure ancora in contesti di estrema siccità. L‘Edera di certo non si perde d’animo e non si arrende di fronte a nulla.
La sua forza nel crescere e nell’aggrapparsi, letteralmente, alla vita e alla sopravvivenza, mi ricorda la tenacia del piccolo ma altrettanto “robusto” fiore di Bucaneve, in grado di bucare il terreno ancora ghiacciato e di sopportare le fredde temperature di fine inverno pur di fare capolino alla luce del sole.
Ebbene, come possiamo vedere la natura stessa è fatta di somiglianze e forse, perchè no, anche di insegnamenti che i suoi abitanti si tramandano, di generazione in generazione, di specie in specie, per farsi largo all’interno del cerchio della vita e trovare un posto in esso.
In botanica il nome della pianta ne connota perfettamente il tratto distintivo. Il termine Hedera Helix, infatti, deriva dalla parola latina helix che significa “prendere” o “aggrapparsi”, e che a sua volta deriva dal greco helissein, ovvero “arrampicarsi”.
Ed è proprio così che sopravvive la straordinaria Edera, arrampicandosi e aggrappandosi con tutte le sue forze. Un esempio eclatante e reale, concreto, di quanto gli esseri viventi amino la vita e si aggrappino ad essa, nel vero senso della parola, per non cadere, per non smettere di crescere.
La magia della lotta per la sopravvivenza racchiusa in una pianta
Di sicuro la maggior parte di noi, se non addirittura tutti, conosce la pianta di cui stiamo parlando e l’ha vista almeno un centinaio di volte attorcigliata intorno al tronco di un albero, oppure lungo le mura esterne di un palazzo. L‘Edera è un po’ come le nuvole, basta alzare gli occhi da terra per incontrarla. E, proprio come le nuvole, se la osserviamo attentamente rimarremo piacevolmente sorpresi non solo dalla varietà di sfumature del verde che ne colorano le foglie, ma anche dalle sue numerose e diverse forme. Da quelle più tondeggianti, a quelle triangolari, fino ad arrivare a quelle stellate o, addirittura, a forma di cuore.
In questo tripudio di magia, sbocciano in primavera dei piccoli fiorellini giallo-verdi che si ripiegano a ombrello e che daranno poi vita a delle piccolissime bacche estremamente nocive per l’uomo.
Nell’antichità, l’Edera era la pianta sacra al latino Bacco e al greco Dioniso, il dio del vino. Si narra, infatti, che una verdeggiante corona di foglie d’Edera cingesse il capo di tutti i partecipanti alle feste in onore della divinità. E lo stesso Dioniso veniva spesso rappresentato con una corona d’Edera o in alternativa, con un ramo della stessa pianta che si arrampicava sul calice di vino stretto tra le sue mani.
L’associazione del dio con questa pianta, sembrerebbe trarre origine da un’antica leggenda, secondo la quale un giovane di nome Cisso, che si esibiva nelle feste in onore di Bacco con salti ed acrobazie, ebbe un giorno un grave incidente. Il divino Bacco allora, che si era affezionato al giovane, per impedirne la morte lo trasformò in una pianta: l’Edera, capace di arrampicarsi su qualsiasi superficie.
In effetti, l’Edera è una pianta che custodisce in sé un aspetto divino, che ritroviamo nella sua propensione a crescere e a svilupparsi ovunque, in qualunque contesto e circostanza ambientale. Che sia sul tronco di un imponente albero nel fitto bosco, o sulla superficie di un grattacielo nel bel mezzo di una metropoli, l’arrampicarsi dell’Edera è una vera e propria scalinata verso la vita, verso il sole, verso la sopravvivenza.
Inoltre, negli ultimi decenni, si è scoperto che l’Edera ha la straordinaria capacità di purificare l’aria all’interno di un ambiente chiuso. La pianta, secondo specifici studi, sembrerebbe in grado di ripulire l’aria da alcune sostanze nocive, soprattutto quelle rilasciate dagli oggetti elettronici oggi più che mai utilizzati in larga parte e ampiamente presenti in ogni casa.
Tenace, resistente, combattiva e anche preservatrice della nostra stessa salute. L’Edera, dunque, è proprio una pianta sorprendente, dalle mille sfaccettature e qualità.
L’Edera per coronare una promessa
Nel linguaggio dei fiori e delle piante l’Edera simboleggia la continuità e la fedeltà. Con le sue foglie, infatti, venivano spesso forgiate coroncine con cui adornare il capo degli sposi nel giorno delle nozze. E forse non tutti sanno che la terza protagonista di una delle storie d’amore più romantiche di sempre, quella di Tristano e Isotta, è proprio lei, l’Edera.
Vittime di un amore contrastato e negato, i due giovani innamorati che andarono incontro ad un triste destino, furono separati anche nella morte, fatti seppelire l’uno lontano dall’altra. Ed è qui che nella storia entra in gioco l’Edera: crescendo da una tomba e diramandosi e allungandosi fino a raggiungere l’altra, la pianta riuscì finalmente a regalare a Tristano e Isotta il tanto agognato amore eterno.
Non esagera, pertanto, chi ama definire l’Edera una pianta magica. Capace di crescere anche laddove l’uomo ha preso il sopravvento su tutto, anche sulla natura. Abile nello scalare il cielo e le pareti della terra per arrivare alla luce. Tenace nel tenere fede a quella sua tacita promessa con l’albero o l’elemento artificiale con cui è entrata in simbiosi. Una promessa di fedeltà, quella di non abbandonarlo mai.
Francesca Motta