MONZA – Se la bocciatura corrisponde a un 5 in pagella, stavolta significherebbe essere ottimisti: stando all’analisi di Legambiente, traducendo in voto tutte le considerazioni e la tabella riassuntiva, la città di Monza probabilmente si farebbe fatica ad arrivare al 4 per quanto riguarda le performance ambientali. Un lavoro che l’associazione ha svolto prendendo in considerazione soltanto le città capoluogo (non il territorio provinciale) e che vede Monza quale ultima città della Lombardia e al novantaquattresimo posto in Italia.
Per fare questa analisi sono ben quattordici i parametri individuati da Legambiente. Monza non ha alcun problema per quanto riguarda “limitare perdite acquedotti” (è al primo posto in Italia, come dicevamo in un altro articolo) e nemmeno su “completare collettamento a depurazione acque”. In entrambi i casi vengono riconosciute le ottime prestazioni.
Livello scarso per quanto riguarda “limitare produzione complessiva rifiuti urbani” e “migliorare raccolta differenziata”, azioni che vengono segnalate come necessarie. Livello scarso, ma azione definita prioritaria, quella di “aumentare alberature urbane”.
Note dolenti, ma siamo ancora tra i giudizi migliori. Per il resto c’è da mettersi le mani nei capelli. Si passa al livello negativo, con azione prioritaria, se si parla di “moderare velocità, ridurre incidentalità stradale”. E per altri 8 dei 14 parametri, il giudizio è addirittura “molto negativo”.Prioritaria l’azione di “ridurre consumi idropotabili”, così come “migliorare accessibilità ciclabile”. Priorità alta, con giudizio molto negativo, il peggio possibile in questo lavoro di Legambiente, per “ridurre fonti inquinanti atmosferici”, “ampliare utenza mobilità collettiva”, “aumentare offerta mobilità collettiva”, “limitare uso auto privata”, “migliorare pedonalità” e “aumentare rinnovabili su edilizia pubblica”.
“È sempre più chiaro e riconosciuto che i processi di innovazione procedono a partire dalle città – afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – e ciò ha forti ripercussioni anche sull’economia del territorio più vasto, oltre che sul benessere di chi nelle città vive o lavora. Se vogliamo uscire bene dal decennio di crisi, e vedere tutti i capoluoghi lombardi a pieno titolo coinvolti in modo autorevole nelle reti internazionali di cooperazione, allora le città devono darsi obiettivi e priorità da perseguire, ma soprattutto scadenze negli impegni e condivisione con le comunità cittadine. L’ecosistema urbano è tutto: ambiente e salute, ma anche coesione sociale, partecipazione, economia e politiche urbane”.
Dispiace che una città così bella abbia livelli così bassi come qualità dell’ ambiente ….
Speriamo in una veloce svolta nel rispetto degli abitanti e della loro salute.