MONZA – La presentazione del libro sui crimini compiuti durante la Resistenza si farà. In barba alla mancata assegnazione della Sala Maddalena da parte del sindaco Dario Allevi, e alla mobilitazione di Anpi, Aned, sinistra (estrema e moderata). Questa sera, venerdì 19 gennaio, alle 21 Gianfranco Stella presenterà al Binario 7 il suo saggio storico dal titolo “I grandi killer della liberazione- Saggio storico sulle atrocità partigiane”. Mentre dalle 18 alle 23 è confermato il presidio antifascista in piazzetta Centemero Paleari (davanti all’Ovs).
Una vicenda che ha tenuto banco nell’ultima settimana: l’annuncio della serata con l’autore organizzata dall’associazione culturale Carcano 91 e da Ordine Futuro (entrambe vicino a Forza Nuova) in Sala Maddalena, la mobilitazione di Anpi e Aned contro la concessione di una sala civica per una serata dedicata a un libro “revisionista”, il rifiuto lunedì sera in consiglio comunale da parte del sindaco Allevi di concedere la sala.
Ma non l’annullamento della serata che si sposterà solo di qualche centinaio di metri, in una sala del Binario 7, quel palazzo che nell’epoca del Ventennio fascista era stato sede della Gioventù Italiana del Littorio.
Gli animi si sono ulteriormente surriscaldati e la nuova location non è assolutamente piaciuta. Anpi e Aned hanno confermato il presidio: “la storia della nostra città, dei partigiani, delle partigiane, degli antifascisti e dei deportati che hanno combattuto contro il Nazifascismo è la risposta a qualsiasi tipo di operazione revisionista – si legge nel volantino di invito alla mobilitazione – Nessuno spazio a chi denigra e a chi infanga la Resistenza”. Annunciando una cena in piazza con vin brulè, musica e letture non stop. Immediata anche l’adesione alla mobilitazione da parte del Foa Boccaccia.
Si è invece affidato a un comunicato alla cittadinanza Corrado Accordino, direttore artistico del Binario 7, che ben lontano dalle idee di Carcano 91 e dell’attuale amministrazione, si è trovato però costretto ad ospitare nei locali del teatro che gestisce la serata organizzata dalla destra.
“È fondamentale che venga resa pubblica la mia posizione e quella di artisti e dipendenti del Binario 7 – scrive – Noi crediamo fortemente nei valori della nostra Costituzione, democratica e antifascista. Allo stesso tempo non abbiamo nessuno strumento legale per negare ad una associazione l’affitto di una sala pubblica. L’edificio non è una nostra proprietà ma del Comune di Monza. Io personalmente sono responsabile delle scelte artistiche che proponiamo alla città all’interno del nostro ambito. La gestione delle sale adiacenti al teatro è legata ad un contratto che abbiamo sottoscritto con il Comune (contratto sottoscritto con la passata amministrazione guidata da Roberto Scanagatti, ndr). Ci siamo premuniti di avvertire le istituzioni di competenza perché facciano le loro valutazioni. Detto questo resta l’idea che ognuno di noi, per il ruolo che rappresenta, debba assumersi le proprie personali responsabilità e agire di conseguenza nel rispetto dei valori civili, democratici e umani”.
Intanto dagli organizzatori arriva un invito direttamente all’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. “Il fatto che Anpi, da sempre granitica in posizioni antifasciste, nemmeno si ponga all’ascolto di dati storici rilevati e li descriva (senza aver ascoltato o letto) come inconsistenti, fuorvianti e falsi, mette in luce la propria incapacità ad un confronto serio e rispettoso – si legge nel comunicato stampa – La possibilità di generare un dialogo su quanto storicamente accaduto (e non riferite a posizioni politiche) merita lo sforzo perché solo in questo modo i morti, che sono vittime di tutti allo stesso modo, possono trovare degna sepoltura nelle pagine dei testi. È cosa penosa osservare che per Anpi esistano morti di serie e morti di serie B. Se ci sono stati morti, e ve ne sono stati milioni, è perché le azioni degli uomini in quei contesti hanno privilegiato la soppressione dell’altro, dell’avversario. Questa é la guerra. Che ci si ostini a negare che anche i comunisti ed i partigiani hanno contribuito in modo più o meno intenso a questo furore di sangue è indice di superbia e di volontà a mantenere il mondo storico diviso in buoni e cattivi. Noi vogliamo portare i cittadini a capire che in Italia c’è stata una guerra civile che oggi non é adeguatamente mostrata nelle sue crudeltà. Conoscere, sapere, è per noi fondamentale perché le medaglie sul petto dei partigiani non sono tutte apposte su persone sante ed angeliche, perché non tutto cio che luccica è oro. Questo é innegabile.
Quindi invitiamo il presidente di Anpi (Rosella Stucchi, ndr) a partecipare e ad intervenire alla conferenza: noi lo ascolteremo con rispetto ed attenzione. Che si ponga anche lui nella stessa maniera nei nostri riguardi. Altrimenti ha torto a priori”.
Barbara Apicella
Ho assistito alla presentazione del Libro. Posso dire che è stato interessante e pregevole perchè sono state illustrate le fonti storiche da dove provengono. Guarda caso dai detentori della “verità” che non permettono agli altri di esprimere la propria opinione. Ormai nel mondo della globalizzazione la vera verità stra venendo a galla e si imporrà alla storia. Sarebbe stato opportuno che l’Anpi (ma quanti partigiani sono ancora vivi?) avesse accettato l’invito del confronto mostrando maturità e saggezza piuttosto che esternare indignazione. Indignazione poi per che cosa? Perchè si è parlato dei partigiani criminali che non volevano la democrazia ma volevano imporre la dittatura sovietica?