MONZA – “In questo governo ci interessa coinvolgere tutte le migliori energie di questo Paese, non solo i politici ma anche i cittadini. Ci sono tante storie da raccontare e soluzioni da dare ai problemi raccontati dai protagonisti di queste storie. Come Sergio Bramini, che ha perso pochi giorni fa la sua casa: aspettava soldi dallo Stato, non poteva pagare tasse e contributi. Ci vogliono soluzioni per coloro che un’impresa ancora ce l’hanno e pagano il 60 per cento di tasse”.
Queste le parole pronunciate ieri dal leader dei grillini Luigi Di Maio durante l’incontro con i giornalisti al termine del colloquio con il premier Giuseppe Conte. Il pensiero del leader del Movimento 5 Stelle è andato direttamente a Sergio Bramini, che la settimana prima aveva incontrato nella sua casa di Sant’Albino a poche ore dallo sfratto. Già allora gli aveva lanciato la proposta, qualora l’ipotesi di Governo giallo-verde fosse andata a buon fine, di entrare nel team come consulente sulla riforma delle aste giudiziarie. Una proposta abbracciata anche dal leghista Matteo Salvini, e rilanciata ieri dopo l’incontro con Conte.
“Sono contento e onorato di questa proposta – spiega Sergio Bramini, che oggi abbiamo contattato telefonicamente – Aspetto solo l’ufficializzazione”. Nel frattempo Bramini non molla: lontano dalla sua villa di via Sant’Albino 22 continua a lavorare fianco a fianco con un team di avvocati specializzati nel settore delle aste giudiziarie per poter stilare anche una precisa riforma del settore.
“Bisogna cambiare la legge – spiega – Non è ammissibile che la prima casa venga pignorata. Io sono stato sloggiato dalla mia casa, frutto di tanti anni di sacrifici e di lavoro. Non è accettabile che vengano sbattuti in mezzo a una strada anziani, disabili, malati terminali, minori. Oggi, però, tutto questo succede in Italia e la legge permette che le persone vengano sfrattate ancor prima che la casa venga venduta all’asta. Perché, come è stato ripetuto anche a me e alla mia famiglia, una casa vuota è più appetibile sul mercato”.
Bramini non si arrende: i pensieri sono tanti, e le notti continuano a essere insonni nella nuova abitazione, certamente più piccola e modesta, dove adesso vive con la sua famiglia. Ma di notte Bramini e il team di professionisti lavorano, studiano, si documentano e portano avanti quella che, dai media, è già stata ribattezzata la Riforma Bramini.
“In Italia esiste già una legge che dovrebbe tutelare la prima casa – spiega – è la 3/2012, ma viene bistrattata. Lo Stato dovrebbe stare al fianco dei cittadini come un amico invece, come nel mio caso, non lo fa: era necessario mobilitare in tenuta antisommossa tutti quegli uomini e mezzi affinché io e la mia famiglia abbandonassimo la nostra casa? Chi li pagherà? Noi, cittadini italiani”.
Sergio Bramini in queste settimane è stato sostenuto da tantissime persone: migliaia di semplici cittadini che hanno fatto il tifo per lui. Ma ci sono state anche persone che lo hanno attaccato sui social, accusandolo di essere un bugiardo. “Non si può gettare fango sulle persone, non lo accetto – affermo – Sono stato accusato di essere un bugiardo. Non è vero. Io la mia casa l’avevo pagata per intero oltre vent’anni fa. L’ho messa in garanzia, e poi persa, non per andare alle Maldive o comprarmi la barca, bensì per salvare la mia azienda e i miei dipendenti. Attendendo quei 4 milioni di euro che lo Stato non mi ha mai dato”.
La data dell’asta non è ancora stata fissata ma voci di corridoio mormorano la presenza di un immobiliarista lombardo già interessato all’affare.