MONZA – “Bar e ristorante in stazione? Il progetto bloccato sui binari della burocrazia dovrebbe, invece, partire”. Ad affermarlo Massimiliano Longo, assessore al Commercio e alla Cultura del Comune di Monza che per vent’anni ha fatto il pendolare e conosce bene le criticità della stazione.
Ecco, in sintesi, la vicenda raccontata nei giorni scorsi sul nostro giornale: il grande spazio commerciale che affaccia sul Binario 7 è stato affidato, attraverso un contratto, a privati che lo avrebbero trasformato in un bar e ristorante. Ma con progetti approvati, contratti firmati e fideiussioni concesse al momento della consegna delle chiavi Cento Stazioni (costola di Rfi che a nome della Rete ferroviaria italiana aveva sottoscritto l’accordo con i due imprenditori) si era dimenticata di avvisare i due soci che l’affare nel frattempo era sfumato perché quello spazio , secondo un’idea lanciata a Monza durante la scorsa primavera dal ministro Marco Minniti, sarebbe diventata la nuova sede della Polfer con uffici distaccati anche del Commissariato di viale Romagna.
“Conosco molto bene le criticità della stazione di Monza e questo progetto commerciale è, secondo la mia opinione, da promuovere – commenta l’assessore Massimiliano Longo – Come cittadino, ex pendolare e oggi assessore al Turismo non è piacevole uscire dal Binario 7 e trovarsi di fronte a cartacce buttate ovunque, rifiuti gettati per terra e qualche volta muri usati come servizi igienici. Purtroppo quel lato della stazione, soprattutto in passato, è stato al centro di atti di vandalismo, risse e problemi di prostituzione. Danni spesso al bene comune che le Ferrovie hanno dovuto pagare. Avere un’attività commerciale aperta tutti i giorni, dalla mattina a tarda sera, sarebbe un deterrente contro i malintenzionati, garantendo un’attesa tranquilla ai pendolari”.
Il progetto prevede la trasformazione dell’area ampia circa 400 metri quadrati in un bar- caffetteria aperto dalle 6 del mattino e poi la sera anche uno spazio ristorante-griglieria.
“Ritengo sia un’ottima soluzione per incentivare la sicurezza, oltre che promuovere il commercioche – precisa – La presenza di luci, il continuo via vai di persone è il miglior deterrente contro i malintenzionati. Per i pendolari poi è una bella soluzione poter attendere il pullman al capolinea di piazza Castello, in un luogo riparato, sorseggiando una tazza di caffè o facendo colazione. Mi auguro che davvero le Ferrovie rivalutino questa opportunità: un’opportunità a costi zero per l’ente, che al tempo stesso offrirebbe un ulteriore servizio agli utenti della stazione, oltre a trasformarsi in perenne presidio”.
Una posizione accolta con favore anche dal consulente dei due futuri gestori del locale, che sono passati alle vie legali: delle semplici scuse di Cento Stazioni e Rfi non se ne fanno nulla, chiedono che venga loro mostrato il documento antecedente alla sottoscrizione del contratto con il progetto di trasformare quello spazio nella nuova sede della Polfer. “Peraltro con i miei clienti – riferisce il consulente Fabrizio Prati – abbiamo anche ipotizzato la presenza di una vigilanza privata così da garantire un ulteriore presidio. Una soluzione che allontanerebbe da quella parte della stazione i malintenzionati”.
Barbara Apicella