MONZA – “Non è vero che le consulte costano, né che i facilitatori sono stati pagati 200 mila euro all’anno. Quel progetto non era ancora partito e comunque andava al di là della semplice gestione delle dieci consulte”. Mette i puntini sulle “i” il consigliere comunale Egidio Longoni (Pd) ex assessore alla Partecipazione della Giunta Scanagatti. Non gli è andata giù né la messa in stand by del progetto delle consulte abbracciata dal suo successore Andrea Arbizzoni, né l’uscita del sindaco Dario Allevi in merito al costo dei facilitatori: un contratto da 200 mila euro all’anno con durata triennale che l’attuale amministrazione ha messo da parte.
“Quanto affermato dal sindaco è una semplificazione – chiarisce – Nel progetto del regolamento era prevista la figura del facilitatore non limitata soltanto alla gestione delle consulte, ma ampliata a una maggiore conoscenza e azione in ogni rione”. Un contratto con un preciso monte ore dove oltre alla convocazione e alla gestione degli incontri mensili, doveva occuparsi di una più ampia progettualità sul quartiere individuandone esigenze, necessità, zone buie, potenzialità da valorizzare.
Un progetto di partecipazione che l’ex assessore ha ben chiaro. “Abbiamo dovuto ricorrere ai facilitatori anche a causa del blocco delle assunzioni in Comune – precisa – Nella prima fase c’era un contratto ben più contenuto rispetto ai 200 mila euro che, peraltro, ammontano a 20mila euro all’anno per ogni consulta. Il progetto avrebbe dovuto decollare con la nuova amministrazione”.
Ma il Pd si è trovato ai banchi dell’opposizione e la nuova Giunta non ha abbracciato questa iniziativa. “Le consulte non costano, sono espressioni della cittadinanza attiva – precisa – Noi con il nostro progetto abbiamo creato aggregazione”.
Certo all’inizio non è stato semplice far capire ai cittadini che le consulte non erano aperte a tutti, ma solo ai rappresentanti delle associazioni, gruppi o comitati iscritti. Oltre a quelle figure del cittadino attivo introdotte per valorizzare l’operato di chi, non iscritto a nessun gruppo, voleva comunque essere parte attiva della vita del quartiere.
“Le consulte sono organi di rappresentanza non assemblee pubbliche – precisa – In questi anni sono stati fatti importanti progetti. Processi virtuosi, altri un po’ meno. Sono state la base di un progetto di cittadinanza attiva, di una rete sociale complessa e se, ci si crede, va finanziata”.
Longoni non demorde. Anche se la Giunta ha bocciato la mozione del Pd sulle consulte è certo della validità del suo progetto. “L’inaugurazione sabato del Centro civico di Triante è frutto proprio di un lavoro di consulta – conclude – Così come il progetto del controllo di vicinato nel rione Libertà”.
A difendere le consulte gli stessi componenti che ribadiscono, come anticipato nei giorni scorsi dal nostro giornale, l’auto convocazione del prossimo 24 novembre alle 21 al Centro civico di via Buonarroti.
B.Api.