MONZA – “Quando disegno, dipingo, incollo i cocci di vetro e scrivo sono un uomo felice”. È disarmante Luca Melzi, nella sua semplicità e al tempo stesso nell’energia che trasmette quando proferisce queste parole. Una felicità che si legge nei suoi occhi e che poi arriva dritta al cuore quando leggiamo le prime liriche di questa sua prima raccolta intitolata “I colori della poesia” e pubblicata da Giuliano Ladolfi Editore che ci consegna orgoglioso a pochi giorni dalla presentazione ufficiale.
Luca Melzi è un personaggio noto e amato in città: classe 1960, impiegato nella vita ma con l’arte che scorre nelle vene tanto che, conclusa la giornata dietro la scrivania, quell’arte esplode in ogni sua azione e parola. Una produzione intensa, con opere protagoniste di personali e collettive non solo in Italia, ma anche nel mondo esportando quei suoi fiorellini, la via Crucis interamente dipinta su vecchie radiografie, e poi i suoi cocci di vetro che si trasformano in opere d’arte anche a Cannes, Londra e New York.
Oggi Luca Melzi affronta una nuova avventura artistica, quella della poesia (abbinata sempre alla pittura) che ha scardinato e rigenerato il suo sensibilissimo animo. Dando vita a una raccolta dove la penna vivace rievoca perfettamente quelle immagini e quelle sensazioni ben rappresentate dai quadri abbinati ad ogni componimento.
“Nei confronti dell’arte sono umilissimo – ci racconta accogliendoci nella sua casa museo dove sono esposte le sue opere e si respirano le sue emozioni – Lo sono altrettanto nei confronti della letteratura definendomi un poetastro”. Ma non la pensano così né gli amici né gli addetti ai lavori che hanno accolto con entusiasmo le sue produzioni accompagnandolo in un percorso di affinamento della penna che ha portato alla pubblicazione di questa prima opera.
“Tutto è iniziato sette anni fa, durante una chiacchierata – racconta – Ero un fiume in piena nel parlare della mia arte e della mia produzione. Fino a quando, al termine della serata mi venne posta una domanda: Perché dipingi sempre i fiori? Prova per una volta a scrivere anche dei fiori”.
Fu un fulmine a ciel sereno. Luca Melzi, ribattezzato anche il pittore dei fiorellini, non riusciva a rispondere a quella domanda: perché da venticinque anni la sua produzione era fossilizzata su quei fiori?
“Mi consigliarono di leggere il romanzo “Profumo” – prosegue – Fu la mia ispirazione, iniziai a scrivere, a produrre, era diventato terapeutico”. Fino a quando però, ha deciso di andare oltre e dopo sette anni ha tirato fuori dal cassetto quelle sue poesie che già condivideva con gli amici, per sottoporle a un editore.
“Questo libro è stato una lezione di vita – continua – L’editore mi ha spiegato che la mia lirica era tardo romantica, ma che andava sfoltita”. Non è stato semplice, per un barocco come Luca Melzi, sfoltire quei versi che rappresentavano le sue emozioni, i suoi sentimenti, la sua vita.
“Amo le sfida e l’ho accolta con immenso piacere – prosegue – Certo non è stato facile. Ma quella provocazione mi ha permesso di andare oltre, di non fermarmi, di non lasciar perdere rendendomi oggi un uomo diverso. È una tappa molto importante della mia rinascita, focalizzando un punto del mio cammino di vita”.
Un condensato di emozioni che Luca Melzi adesso ha deciso di condividere. In programma tre presentazioni, condotte dal giornalista e amico Andrea Loddo, che in lui intuì un grande talento e una capacità fuori dal comune di colpire il pubblico. Non solo per la bellezza delle sue opere, ma facendo riflettere l’osservatore, facendolo immergere in mondo che va oltre quel senso onirico trasmesso dai suoi quadri e dalle sue opere realizzate plasmando, con sensibilità e maestria, cocci di vetro altrimenti destinati al sacco della spazzatura.
Il debutto sarà a Monza, domenica 3 dicembre alle 16.30 ai Musei civici (via Teodolinda). Poi il 10 dicembre trasferta a Prato Barbieri Bettola, paese natale del poeta-artista, e il 15 dicembre alle 18.30 sarà protagonista a Milano allo Spazio Alda Merini.
È felice e galvanizzato. “Un grazie speciale anche all’assessore alla Cultura Massimiliano Longo – conclude – L’ho incontrato per caso quest’estate in occasione di un’inaugurazione e con sorpresa ho scoperto che mi conosceva e apprezzava la mia arte. E un grazie anche alla Casa della Poesia”.
“I colori della poesia” sono un’emozione da regalare e da mettere sotto l’albero.
Se non riuscirete a partecipare alle presentazioni ma desiderate tuffarvi nelle sensazioni perfettamente tradotte in versi potete inviare un’email a luca.melzi@tin.it
Barbara Apicella