SEREGNO – Due ore di interrogatorio venerdì mattina per l’ormai ex sindaco Edoardo Mazza. Assistito dal suo avvocato Antonino De Benedetti ha risposto alle domande di Pierangela Renda, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Monza. Ovvero colei che, accogliendo la richiesta della Procura, con una corposa documentazione di qualche centinaio di pagine ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che martedì ha fatto scattare l’operazione dei Carabinieri e gli arresti domiciliari per Mazza.
Al centro dell’interrogatorio quella pratica ormai famosa per la realizzazione del supermercato In’S in via Valassina, in quella che era l’area ex Dell’Orto. Il sindaco ha dovuto chiarire i suoi rapporti con l’imprenditore Antonino Lugarà in relazione alla corruzione che gli viene attribuita dalla Procura.
Non un solo euro intascato, aveva spiegato il Pm Salvatore Bellomo martedì nella conferenza stampa, bensì un contributo di voti che gli ha consentito di diventare sindaco della città di Seregno. Con l’impegno, secondo la Procura, di attivarsi poi nella risoluzione della controversa vicenda del supermercato fino ad arrivare a pronunciare, una volta concluso tutto l’iter, la famosa frase “Ogni promessa è debito”.
Quella pronunciata da Mazza nella telefonata con Antonino Lugarà nella telefonata del 30 luglio 2015, ore 18, che ha spinto la Procura a scavare a fondo in quella indagine che in origine sembrava andare a colpire solo abusi d’ufficio. Questa la telefonata intercettata:
M: Antonio ciao
L: Ciao Edoardo
M: Ogni promessa è debito, no?
L: Eh, non avevo dubbi!
M: Non devi arrabbiarti…
L: Sicco… siccome mi ha chiamato (…) prima di chiamarlo volevo sapere, perciò ti ho chiesto….
M: No, tranquillo. Fatto, tutto a posto.
L: Grazie, a presto!
M: Ciao, ci sentiamo. Ciao.
L: Grazie
Mazza alla fine dell’interrogatorio di venerdì non si è sottratto alle telecamere delle televisioni, quasi a dimostrare di non voler fuggire di fronte alle sue eventuali responsabilità e di non aver nulla da nascondere. Per lui ha parlato però il suo avvocato, spiegando che l’ex sindaco ha chiarito tutto con molta tranquillità e molta precisione.
Mentre dal suo ufficio a Palazzo Landriani Caponaghi, sede istituzionale del municipio, è già stato sfrattato per fare posto all’arrivo del commissario prefettizio, Mazza ora spera di ottenere anche la revoca degli arresti domiciliari.
Il suo avvocato, pronto a smontare le tesi della Procura, non ha nascosto il suo disappunto nei confronti dell’affermazione del Pm Bellomo, che in conferenza stampa aveva descritto come Mazza venisse trattato da zerbino: “E’ stata una definizione – ha affermato l’avvocato De Benedetti – molto poco elegante”.