MONZA – Monza celebra la caduta del muro di Berlino con uno spettacolo. Si intitola “Medea Rossa, la rivoluzione che uccide i suoi figli” la narrazione che sarà portata in scena giovedì 9 novembre alle 21 in Sala Maddalena (via Santa Maddalena 7).
L’evento, promosso dalle associazioni culturali Mnemosyne e Modoetia Nova, è un recital musicale con due attori e di un mezzo soprano che, accompagnata al pianoforte interpreterà alcune arie dei compositori russi Sergej Prokofiev, Petr Ilic Tciaikovsky, e Sergej Rachamaninof e del venezuelano Pedro Elias Gutierreez.
Lo spettacolo è stato organizzato in occasione del Giorno della Liberà, istituto nel 2005 per ricordare la caduta del muro di Berlino (avvenuta appunto il 9 novembre 1989) e nel centenario della rivoluzione russa del 1917.
“Un secolo fa con la rivoluzione nasceva il comunismo con la sua pretesa di dominio totalitario sui corpi e sulle anime dei sudditi – commenta Ettore Radice promotore dell’iniziativa e presidente dell’associazione Mnemosyne – I poeti e gli scrittori, anche quelli che avevano creduto nella rivoluzione bolscevica, furono le prime vittime della macchina di potere sovietica. Con questo spettacolo vogliamo dare voce e a quei dissidenti che allora nell’Urss e oggi in Venezuela si oppongono a questi regimi liberticidi”.
Nell’ottobre del 1999 una commissione storica istituita a Mosca per la “Riabilitazione delle vittime del comunismo”, ha calcolato i morti in Urss tra il 1917 e il 1953 in 43 milioni.
“La rappresentazione proposta è la narrazione di quell’insopportabile spirito dispotico che distrusse l’empito libertario e liberatorio dell’Ottobre – aggiunge Radice – Era l’anima antica della Russia di Ivan il Terribile che ritornava, incarnata nel bolscevismo, con la sua pretesa di dominio totalitario sui corpi e sulle anime dei sudditi. I più sensibili del popolo russo, i poeti, gli intellettuali, (Vladimir Majakovskij, Sergej Esenin, Boris Pasternak, Marina Cvetaeva, Anna Achmatova, Isaak Babel, Varlaam Salamov, Aleksandr Solzenicyn …) che avevano creduto nella possibilità di un mondo liberato, furono le prime vittime della macchina di potere”.
Ancora oggi vi sono Stati comunisti dove continuano persecuzione, incarceramenti, repressione, crudeltà, morte. Di attualità è la tenace opposizione degli intellettuali venezuelani, capeggiati dagli scrittori Leopoldo Lopez e Tullio Hernàndez al regime chavista del presidente Maduro. Il dissidente venezuelano Lopez è rinchiuso dal 2015 nel carcere militare di Caracas, con una condanna a 13 anni di reclusione, mentre Hernàndez è costretto all’esilio in Europa. I loro scritti e le loro poesie rivendicano per il popolo venezuelano il diritto al ritorno alla libertà e alla democrazia.
L’ingresso alla serata è libero.