CESANO MADERNO – “Se in qualche parte del mondo è già nato il nuovo Von Karajan, il nostro obiettivo è trovarlo”. Per scoprire i grandi maestri di domani Stefano Mazzonis, Paolo Arrivabeni, Speranza Cappucci e Ruggero Raimondi hanno dato vita al primo Concorso internazionale al mondo per direttori d’orchestra d’opera. Nove giorni di competizioni. Dal 18 al 27 agosto sul podio dell’Opera Royal de Wallonie a Liegi si sono alternati 146 bacchette da tutto il pianeta, ma solo in 44 sono stati ritenuti degni di affrontare la grande prova finale: dirigere brani celebri da Falstaff di Verdi, Carmen di Bizet e Bohème di Puccini. A vincere, ex aequo con il francese Pierre Dumoussaud, è stato il direttore d’orchestra di Cesano Maderno Michele Spotti. Classe 1993, Spotti era anche il più giovane maestro.
“Sono incredibilmente felice – ha commentato il direttore brianzolo con il consueto understatement -. Era già un onore essere ammesso alla finale di un concorso tanto prestigioso. Vincerlo mi ha dato un’enorme felicità“. Il terzo posto è andato a Antoine Glatard. Il riconoscimento è stato consegnato dal Vice-presidente della Fédération Wallonie-Bruxelles, Alda Greoli. Spotti e Dumoussaud hanno ottenuto la possibilità di dirigere un titolo della prossima stagione dell’Opera Royal de Wallonie a Liegi. La prossima edizione del prestigioso premio sarà nel 2020.
Nella valigia di Michele Spotti, oltre alla bacchetta, per tutta l’estate hanno trovato posto tre ingombranti partiture: Falstaff, Carmen e Bohème. Tre opere che da tempo dimorano nella sua memoria. In particolare la Bohème gli aveva portato fortuna: nel 2016 con la più amata tra le opere di Puccini aveva vinto il secondo premio al Concorso internazionale per direttori d’orchestra di Orvieto. Ma il giovane maestro brianzolo non conosce il significato della parola routine: e per tutta l’estate ha continuato a studiare ciò che sapeva già a memoria.
La vocazione di direttore d’orchestra nasce a 18 anni. Il suo mentore è stato il direttore Oleg Caetani. Inizia a studiare con il maestro Daniele Aginam al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano. Si diploma con il massimo dei voti nel 2014. Allievo della prestigiosa Accademia per direttori d’orchestra a Gstaad, in Svizzera, ha studiato con Nëeme Jarvi e Gennady Rozhdestvensky. Si è diplomato a pieni voti anche in violino e ha compiuto studi di pianoforte e composizione. Ha frequentato il master in direzione d’orchestra all’Haute Ecole de Musique di Ginevra.
Nel 2015 è stato finalista alla Riccardo Muti Italian Conducting Opera Academy. È stato selezionato da Gianandrea Noseda per la masterclass da lui tenuta nell’aprile 2016. Nel novembre 2016 è stato assistente di Alberto Zedda nell’Ermione di Rossini al teatro dell’Opera di Lione.
A soli 23 anni, Spotti è il direttore principale della Milano Chamber Orchestra. È stato scelto dalla associazione lirica e concertistica italiana (Aslico) per dirigere la ventesima edizione del Progetto OperaDomani 2017, con più di cento repliche del Barbiere di Siviglia portate nei più prestigiosi teatri d’opera in tutta Italia, come il Teatro degli Arcimboldi di Milano e il Carlo Felice di Genova. Al Carignano di Torino ha diretto una prima mondiale: La Vestale di Elicona di Mario Acampa. E quest’estate ha debuttato al Rossini Opera Festival con Un Viaggio a Reims.
“L’opera è il genere che più amo e quella che mi dà più soddisfazione, perché ha tutto: musica, regia, scenografia, recitazione, danza. Amo in particolare il belcanto: Donizetti, Rossini e Bellini. E mi emoziona molto Mozart. A Puccini poi sono particolarmente legato”. Il suo sogno? “Dirigere la Prima della Scala, ma mi basterebbe metterci un piede anche solo per una piccolissima recita“. Può farcela.
Marco Mologni