MONZA – Si avvicina Natale e avete deciso di allargare la famiglia aprendo le porte della vostra casa a un cane che è stato abbandonato? Avete fatto la scelta giusta. Certamente l’emozione e i preparativi stanno crescendo, così come il desiderio di conoscere il vostro nuovo amico. Siamo sicuri che avete già acquistato la cuccia, le coperte e i giochi, vi sarete già informati sull’alimentazione e sulle cure. Ma vi siete chiesti come è veramente il vostro cane e come gestirlo soprattutto all’arrivo quando lo accoglierete nell’area di sosta dopo che il nuovo arrivato avrà affrontato un lungo viaggio in macchina oppure in furgone?
Purtroppo la cronaca delle ultime settimane, anche a Monza e Brianza, accoglie episodi di cani da poco adottati (magari anche da pochissime ore nelle braccia del nuovo padrone), arrivati da lontano che scappano e qualche volta rischiano di morire investiti. Una riflessione su una rete sempre più piena di appelli e foto strappalacrime, con staffette di cani di tutte le razze e le età che da ogni parte d’Italia giungono a Monza e circondario alla ricerca di una famiglia che, definitivamente, li accoglierà e li amerà. Ma non sempre la storia è a lieto fine.
Una riflessione che facciamo con Barbara Zizza, anima del gruppo facebook “Monza a 4 zampe” che da tempo si batte in prima persona per la diffusione di una cultura cinofila, per la preparazione dei volontari e quindi delle famiglie adottanti, contro quella piaga diffusa di amanti degli animali che però, volontariamente o involontariamente, spesso improvvisandosi, non fanno il benessere del cane.
“Sono felice se per il prossimo Natale adotterete un cane – spiega Zizza – Il mio invito, però, è quello di rivolgersi ad associazioni riconosciute. La cronaca delle ultime settimane, purtroppo, dà ragione a una piaga che da tempo denuncio: l’adozione di cani attraverso pseudo associazioni che giunti a destinazione, spesso dopo un viaggio lungo e senza una preparazione della famiglia adottante, rischiano nell’arco di poco tempo di ritornare in canile. Poi ci sono i casi estremi, ma comunque diffusi, di cani abbandonati nei parchi pubblici o peggio ancora che scappati da padroni inesperti finiscono investiti”.
Anche in Brianza sta ritornando la piaga del randagismo. “La cronaca conferma un aumento di cani abbandonati nel canile di Milano – precisa Barbara Zizza – Cani frutto di adozioni frettolose, basate più sulla bellezza e sul pietismo di quel musino in cerca di coccole e non invece su una consapevole formazione. Soprattutto quando i cani arrivano da lontano, quando non sono abituati alla vita urbana, ai rumori del traffico. Purtroppo c’è l’abitudine diffusa di spostare i cani, non di farli adottare consapevolmente con la grande gioia e benessere dell’animale che finalmente trova una famiglia, ma anche della famiglia che è felice di aver accolto in casa il nuovo componente”.
Ma allora che cosa fare? “Bisogna imparare a destreggiarsi nella rete – continua – Certamente dietro gli annunci strappalacrime che arrivano da ogni regione ci sono storie di cani che hanno sofferto e hanno bisogno di una famiglia. Ma più che farsi commuovere dalla foto dobbiamo informarci sulla storia dell’animale: età, eventuali patologie, storie di maltrattamenti o di solitudine, carattere, ambiente nel quale ha vissuto. E soprattutto non dimenticarsi che l’amore da solo non basta ed è necessario, soprattutto in questi casi di cani che arrivano da esperienze dolorose, affidarsi anche a un educatore cinofilo o comportamentalista”.
Il cane non è un gioco, non è peluche che poi cresce. Il cane ha esigenze, problemi, bisogni. E naturalmente, arrivato in un ambiente che non conosce, può fare qualche marachella. Non per questo allora bisogna rimandarlo al triste destino dietro alle sbarre.
“I padroni vanno preparati – aggiunge Barbara Zizza – E il compito di preparali spetta ai volontari: se il cane ritorna in canile o scappa dopo poche ore o giorni dall’arrivo non è sempre colpa della famiglia, ma del volontario che ha scelto di affidare l’animale a una famiglia senza preparala adeguatamente. È per questo che ribadisco l’importanza di affidarsi ad associazioni serie e riconosciute, a volontari che spiegano, informano, si assicurano del benessere dell’animale anche dopo l’adozione. Non è ammissibile che dopo un viaggio magari di otto ore in auto il cane venga consegnato alla famiglia in un’area di sosta e dopo tutto questo stress magari venga portato in giro per la passeggiata con un guinzaglio non adeguato con l’animale che si spaventa ad ogni rumore e magari scappa”.
È difficile districarsi nella rete, è ancora più difficile non farsi ammaliare dai volti di certi cagnolini. Ma per il loro bene, bisogna essere informati, preparati e anche pronti (mentalmente ed economicamente) ad affrontare un percorso di educazione, a cambiare il divano che magari viene distrutto o in questo periodo natalizio gli addobbi usati come giochi.
“Purtroppo lo Stato non ci viene in aiuto – spiega Barbara Zizza – Non esiste una legislazione che regola il mondo del volontariato cinofilo, il lavoro degli educatori e dei dog sitter. In alcune regioni ci sono volontari che sono lasciati soli e che fanno veramente i salti mortali per salvare gli animali da condizioni estreme di degrado e di cattiveria umana. Accanto ad associazioni riconosciute, ci sono anche volontari “fai da te” che pur essendo animati da buona volontà e amore per gli animali non sono adeguatamente preparati e rischiano di non svolgere un buon lavoro di volontariato. Ci sono anche persone che purtroppo lucrano e speculano sulla pelle e sulla vita di questi poveri animali già sfortunati ma ci auspichiamo siano solo la minima parte . Se gli animali finiscono nelle mani sbagliate sono i nostri amici pelosi a rimetterci, rischiando di non essere adeguatamente gestiti o rischiando di finire in canile. I Comuni devono promuovere campagne di sterilizzazione, di formazione dei volontari e combattere il randagismo e non pensare che sia il volontariato a risolvere problema che invece spettano alle istituzioni”.
L’informazione alla base di tutto. Da qui la nascita, proprio nei giorni scorsi, di una nuova pagina facebook “Monza a 4 zampe working for animals” nata proprio con l’obiettivo di promuovere e condividere il lavoro concreto svolto da Barbara Zizza con il gruppo “Monza a 4 zampe” sul territorio in particolare le campagne di sensibilizzazione, informazione, educazione.
Per qualsiasi dubbi inviare un’email a monzaa4zampe@gmail.com