Natyan Gayatri: l’incredibile storia del filosofo da strada

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Caffè filosofico: allo studio Gayatri pensieri in relax

MONZA – La tua attività chiuderà entro sei mesi. Così nel lontano 1995 gli aveva preannunciato un’astrologa. Quell’attività originale e fuori dagli schemi che dopo un anno di corsi aveva portato solo tre studenti non sarebbe potuta andare troppo lontano. Oggi a 22 anni di distanza questa realtà conta 350 associati ed è diventata un importante e prestigioso punto di riferimento – e per qualcuno anche ancora di salvezza nei momenti di difficoltà e di sconforto – richiamando soci da ogni parte della Lombardia.

Una storia carica di emozioni, sentimenti e soprattutto la volontà e il sacrificio di credere fino in fondo in quel progetto che ha individuato come sua filosofia di vita. Una bella storia da raccontare quella di Natyan Gayatri, monzese, classe 1958, figlio di un grande assicuratore che ai 10mila clienti lasciati in eredità dal padre ha preferito intraprendere la strada della filosofia orientale fondando l’Università Popolare della cultura Olistica Studio Gayatri. Un’Università popolare legalmente riconosciuta che permette a tutti a prezzi popolari (e per alcuni corsi anche gratuitamente) di avvicinarsi alle discipline olistiche dallo yoga al reiki, dalla naturopatia alla meditazione, ai corsi di autostima e di filosofia.

Incontriamo Natyan (gli abbiamo promesso di non rivelare il suo nome di battesimo) nello studio di via Monte Santo 33, a San Rocco. Tanta pace e serenità si percepiscono fin dalle prime parole, la calma e la semplicità dell’uomo che ben radicato nella realtà oggettiva e nei problemi tangibili di tutti i giorni cerca di aiutare i suoi studenti a ritagliarsi quei momenti di serenità, piacere, gioia, quell’essere anche solo per un’ora al giorno se stessi lontano dalle imbragature che società e lavoro ci impongono.

Natyan non è un guru: tutt’altro è un uomo normalissimo, con una vita intensa alle spalle e che è riuscito a slegarsi dalle briglie delle forzature nelle quali la società e gli schemi lo avevano incatenato. “Mio papà mi voleva avvocato – racconta – Per un certo periodo ho studiato Giurisprudenza ma poi la morte improvvisa di due persone a me molto care mi hanno messo in crisi: mi sono avvicinato così alle filosofie orientali e ho iniziato il mio percorso di vita umano e professionale”.

Venticinque viaggi in India, studi, riflessioni, il mettersi continuamente in gioco senza mai giudicare, la capacità, l’intelligenza e l’umiltà di cambiare idea senza sentirci incoerenti. Questo è Natyan che ci fa entrare, anche se solo per un’ora, in una dimensione diversa e lontana dal nostro vivere quotidiano.

“Mi definisco un filosofo da strada, anche senza essermi laureato in Filosofia – racconta – L’ho studiata sul campo, confrontandomi con quella occidentale del filosofo Marco Gallarino in un reciproco scambio di pensieri e di opinioni”. Partendo fin da subito dalla convinzione tipicamente orientale che il sapere deve essere un bene da condividere con gli altri, con più persone possibili.

“Da qui la scelta di proporre corsi a prezzi molto popolari, permettendo perciò a tutti coloro che desiderano avvicinarsi a certe discipline per piacere, volontà di approfondire una tematica poi spendibile nel mondo del lavoro senza il rischio di dilapidare il portafoglio”, precisa.

Da qui l’idea di proporre anche consulenze filosofiche. “Una richiesta oggi sempre maggiore – spiega – Le persone sono molto frustrate: si devono adattare sul posti di lavoro ed anche nella vita privata difficilmente riescono ad essere se stesse, abbassando in questo modo anche le difese immunitarie”. Essere se stessi non è facile, soprattutto perché spesso non ci conosciamo ma indossiamo la maschera pirandelliana di “Uno, nessuno, centomila”.

“In un certo senso aiuto le persone a guardarsi allo specchio – aggiunge – C’è tanto bisogno di essere ascoltati, di confrontarsi, di stringere rapporti. Il problema è che noi non sappiamo come siamo fatti”.

E per scoprirlo e soprattutto per essere felici non serve essere milionari. “Quando vado in India mi trovo di fronte a tanta povertà – spiega – Ma anche a tanti volti sorridenti di giovani ed anziani, di persone che non hanno da dimostrare nulla all’altro se non essere se stessi”.

Nessuna filosofia spicciola o corsi motivazionali, però, per trovare la felicità: Natyan propone una’altra cosa. “Certamente la sofferenza fa parte della nostra vita – conclude – Un’altalena di frustrazioni e di momenti di gioia. Il nostro compito non è annullare i dolori, ma far i modo che i momenti gratificanti possano essere maggiori rispetto a quelli frustranti”.

Quindi sì, è vero che sul posto di lavoro non siamo gratificati, che spesso non ce la facciamo a entrare in etichette e schemi: ma è anche vero che tornati a casa possiamo finalmente essere noi stessi.

Un’onestà intellettuale che Natyan ha ereditato dal padre, spesso al centro della nostra chiacchierata. Un uomo di umili origini venuto al Nord ancora ragazzino e che ha saputo farsi una posizione prestigiosa nel mondo delle assicurazioni. Mantenendo fede alle sue origini contadine. “Mio papà andava agli appuntamenti con i clienti con un evidenziatore – conclude – Diceva a chi aveva di fronte che con lui avrebbe voluto mantenere un rapporto di amicizia; quindi visto che sulle polizze ci sono parole scritte in grande e in piccolo lui evidenziava e leggeva con il cliente quelle scritte in piccole, quelle clausole che non prevedono rimborsi. Perché il cliente fosse davvero certo della scelta fatta”.

Una bella storia da raccontare, una bella realtà da conoscere anche solo per rilassarsi, fare un corso o magari anche apprendere abilità poi spendibili nel mondo del lavoro.

Se siete curiosi consultate il sito www.studiogayatri.com oppure inviate un’email a info@studiogayatri.it

Barbara Apicella

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